Ancora una volta un compromesso, con l’Italia a fare da sparring partner. È questa la sintesi politica di ciò che è avvenuto a livello europeo sul Patto di stabilità, approvato ieri nel tardo pomeriggio durante una riunione straordinaria dell’Ecofin, con il via libera dell’Italia, rappresentata dal titolare del Mef Giancarlo Giorgetti. E così, dopo la sospensione dovuta al Covid, dalla prossima primavera entreranno in vigore i nuovi parametri sull’equilibrio di bilancio per i Paesi membri dell’Unione Europea. Con alcuni ritocchi, completamente ispirati da un patto tra Germania e Francia, sottoscritto informalmente martedì sera in un incontro privato tra i ministri dell’economia di Parigi e Berlino, Bruno Le Maire e Christian Lindner.

Tanto che dal governo francese si affrettano a spiegare che no, Roma non è stata esclusa. Eppure le stesse fonti anonime di Bercy, il dicastero delle Finanze della Francia, delineano un quadretto che dà l’idea di un Italia seduta in seconda fila. Al telefono, mentre l’asse franco-tedesco porta a casa un altro accordo importante. “Le Maire e Lindner sono stati in contatto con Giancarlo Giorgetti, che è stato informato di tutto”, spiegano da Parigi. Le stesse fonti fanno sapere che il testo che ieri è stato all’attenzione dell’Ecofin tiene conto comunque di “diverse preoccupazioni espresse dall’Italia”. Tra cui “il fatto che si tenga conto degli sforzi compiuti dai Paesi nell’attuare i Pnrr, in particolare quelli che includono elementi di investimenti e di riforme, come quello italiano”. “In uno spirito di compromesso, abbiamo deciso di acconsentire” alla proposta di riforma del Patto di stabilità, si è limitato a dire Giorgetti durante la riunione di ieri. E ancora il ministro, alla fine dell’Ecofin: “Ci sono alcune cose positive e altre meno.

Però quello che sottoscriviamo è un accordo sostenibile per il nostro Paese volto a una realistica e graduale riduzione del debito”. Fonti della Lega in serata esprimono “soddisfazione” di prammatica, concludendo: “Niente più austerity”. Il ministro della Difesa Guido Crosetto riduce il “successo” all’esclusione delle spese per la difesa dal Patto. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani rivendica: “Accolte molte proposte italiane. Finalmente il Patto di stabilità diventa il Patto di stabilità e crescita. Si conclude la stagione del rigore”. Ma di fatto salta quella “logica di pacchetto” invocata da Meloni. Uno schema per cui l’Italia avrebbe potuto far valere le proprie ragioni, agitando come controparte la ratifica del nuovo trattato sul Meccanismo europeo di stabilità. La realtà, invece, è che il nuovo Mes avrà il via libera del Parlamento, seppure senza condizioni particolarmente favorevoli per Roma nel testo sul Patto di stabilità.

Insomma, al contrario di ciò che voleva Palazzo Chigi, le due questioni rimangono rigidamente separate. Scisse. Ora alla maggioranza non resta che approvare il parere sul Mes in Commissione Bilancio alla Camera, per poi procedere al voto sulla ratifica in Aula. Il nuovo testo messo a punto da Francia e Germania conferma le soglie di deficit pubblico di ogni Paese membro al 3% del Pil e al 60% del debito. Poi alcuni correttivi: per i Paesi con rapporto debito/Pil superiore alla soglia del 60%, è stata ridotta allo 0,3% del Pil annualmente (rispetto al precedente 0,5%), e allo 0,6% cumulativamente (rispetto al precedente 0,75%) la deviazione massima consentita dai percorsi di aggiustamento basati sulla limitazione della spesa primaria netta. La velocità di aggiustamento del deficit strutturale primario per i paesi in procedura per deficit eccessivo sarà pari allo 0,4% del Pil all’anno, con possibilità di riduzione allo 0,25% in caso di estensione del piano di rientro da 4 a 7 anni. Esulta Berlino, per cui il “nuovo Patto di stabilità è più realistico ed efficace”.

A ruota l’Olanda: “È un buon accordo, è importante ridurre il debito”. Per il Commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni il patto “è una buona notizia” e “l’Italia è stata decisiva”. “Meloni sosteneva che l’Italia avrebbe svolto un ruolo internazionale e aveva cercato di legare la ratifica del Mes alla trattativa sul patto di stabilità. Ora sta crollando il castello di bugie che la premier aveva costruito”, dice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva. Per la segretaria del Pd Elly Schlein l’Italia “prende atto a testa bassa di decisioni prese da altri”. Giuseppe Conte, presidente del M5s, attacca: “Si apre una nuova stagione di austerità, Meloni ci rifila il ‘pacco’”.