La Rai viene ufficialmente richiamata dall’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per il monologo di Luciana Littizzetto andato in onda su Rai3, durante puntata del 29 maggio di ‘Che tempo che fa’.

In particolare l’Autorità nella giornata di ieri, martedì 7 giugno, ha deliberato un richiamo formale nei confronti della Rai per la violazione dei principi in materia di par condicio e pluralismo durante la campagna referendaria 2022 con particolare riferimento proprio al monologo dell’attrice, ospite fissa del programma di Fabio Fazio.

Secondo l’Autorità, infatti, sono state fornite, pur in forma indiretta, informazioni di voto in violazione della legge 28 del 2000 (‘disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica’).

Riferendosi al referendum sulla giustizia, la Littizzetto aveva spiegato infatti che “il 12 giugno pensavo di andare al mare”. Tutto perché i cinque quesiti sarebbero troppo complicati per il cittadino comune. “Custodia cautelare, legge Severino, ancora ancora, ma elezione Csm, separazione delle carriere, elezione consigli giudiziari ma che cacchio ne so? Ma per chi ci avete preso? Per 60 milioni di Giuliani Amati? Siamo forse dei Perry Mason?”, era stato il monologo della Littizzetto.

Secondo l’Autorita’, infatti, pur avendo poi fatto marcia indietro, Littizzetto ha fornito, seppur in forma indiretta, informazioni sul voto che potrebbero aver influenzato gli elettori.

Ma più in generale, rileva l’AdnKronos, l’Agcom nella delibera approvata ieri richiama la tv pubblica “affinché nei programmi di informazione venga garantito un rigoroso rispetto dei principi del pluralismo, dell’imparzialità, dell’indipendenza, della completezza, dell’obiettività e della parità di trattamento fra i diversi soggetti politici in tutto il periodo di campagna referendaria”.

Il richiamo nei confronti della Rai è preso al balzo dal deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, per dare un nuovo affondo contro viale Mazzini e la gestione della campagna informativa sul referendum. Per il parlamentare renziano si tratta di una “ennesima pagina nera di informazione Rai. Ora l’azienda dica chi sono i responsabili e quali sanzioni pagheranno”.

Redazione

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