Uccisa di botte dal marito, l'appello della nonna dei piccoli
Morta durante devastazione pronto soccorso, Irina lascia tre figli: “Aiutateci”
La notte in cui amici e parenti di Ugo Russo, il 15enne morto durante una rapina, hanno devastato il pronto soccorso dell’Ospedale Pellegrini, una donna di 39 anni, Irina, ha perso la vita massacrata di botte dal marito e nel silenzio totale. Il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli ha incontrato la mamma di Irina: “Ci ha raccontato che la donna era stata ricoverata per aver subito gravi atti di violenza – ha raccontato – Assurdo che si parli solo del decesso, per quanto sia grave, di un baby rapinatore, e non di una donna morta in circostanze ancora poco chiare”.
La donna, una ucraina di 39 anni, era ricoverata in gravissime condizioni dopo le percosse subite dal coniuge che le avevano provocato lo spappolamento di fegato e milza. Condizioni poi degenerate con il passare delle ore con i medici che non hanno potuto fare nulla per frenare l’emorragia addominale. Il decesso, dopo oltre una settimana di agonia, è avvenuto nel reparto di Rianimazione dove era stato trasferito anche il 15enne Ugo Russo. La brutale aggressione è stata denunciata ai carabinieri che procedono nelle indagini. Nel corso della settimana la donna era già stata sottoposta a tre interventi chirurgici e a due embolizzazioni, costringendo poi i medici ad asportarle la milza. La salma, su disposizione della procura di Napoli, è stata sequestrata, così come la cartella clinica, e sul corpo verrà effettuata l’autopsia. La posizione dell’uomo è al vaglio dell’autorità giudiziaria che attende l’esito dell’esame autoptico per associare, o meno, il decesso al pestaggio subito. Intanto l’uomo rimane a piede libero
“Vogliamo la verità – ha detto Nina, la mamma di Irina, che ha lanciato l’appello pubblico per pagare il funerale – Vogliamo che venga effettuata, dalle forze dell’ordine un’attenta verifica dei fatti, per capire se ci siano o meno correlazioni tra la morte di Nina e l’assalto pronto soccorso. Fa male sentire parlare ogni giorno di una persona morta mentre stava compiendo un atto criminale e non del decesso di una mamma onesta che non ha mai fatto del male a nessuno”.
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