A insinuare il dubbio è il sempre ben informato Dagospia. Dietro due candidature di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle c’è il fattore DR? Lettere che stanno per le iniziali di David Rossi, capo della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena morto in circostanze misteriose il 6 marzo 2013 e che ad oggi è ufficialmente trattato come suicidio tra i dubbi dei familiari, e non solo.

Guardando infatti alla composizione delle liste dei partiti guidati da Enrico Letta e Giuseppe Conte, si nota come i due deputati che nella scorsa legislatura si sono mossi maggiormente per indagare sulla morte misteriosa del manager Mps sono stati piazzati in posizioni che impediscono di fatto una rielezione. 

Da una parte c’è Luca Migliorino, deputato del Movimento 5 Stelle, vicepresidente della Commissione d’inchiesta ad hoc sulla vicenda, dall’altra il siciliano Carmelo Miceli, onorevole del PD e avvocato della famiglia di David Rossi.

Il primo è stato il più votato nelle Parlamentarie in Toscana, eppure è stato scavalcato non solo dal fedelissimo di Conte Riccardo Ricciardi, piazzato come capolista nei collegi plurinominali Toscana 1 e Toscana 2 della Camera, ma anche da Stella Sorgente, consigliera comunale di Livorno che aveva ottenuto 489 voti nella consultazione online sulla piattaforma SkyVote. Per Migliorino le chance di essere eletto sono pari a zero, in pratica. 

Ancora più ‘delicata’ la questione riguardante Miceli. Il sospetto avanzato da Dagospia è che l’attivismo del deputato siciliano, anche in virtù del suo ruolo di avvocato della famiglia Rossi, non sia piaciuto al Nazareno, col Partito Democratico ‘erede’ di quel Pci e Ds poi da sempre dentro il sistema di potere di Mps. Miceli dunque si è dovuto accontentare del terzo posto nel collegio di Palermo, dietro all’ex ministro Peppe Provenzano e a Teresa Piccione, che alle amministrative di Palermo di un mese fa ha preso meno voti di Miceli, risultato il primo degli eletti.

Lo stesso Miceli ha commentato con amarezza la decisione presa dalla direzione nazionale del partito: “Come capitato a tanti altri colleghi parlamentari e non, ho appreso della mia posizione in lista durante la direzione. Per chi ancora non lo sapesse, è una posizione ‘non eleggibile’. Leggendo i giornali, coloro che si trovano nella mia stessa condizione stanno comunicando la loro volontà di non accettare Io, invece, accetterò la candidatura, anche se ‘di servizio’”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia