Non c'entrerebbero nulla i narcos
Napoletano ucciso in pizzeria in Messico, arrestato un concittadino: “Lotta per il potere”
Svolta nel caso di Salvatore De Stefano. Napoletano, 35 anni, impegnato in un commercio di macchinari e generatori in Messico. Ucciso a colpi di arma da fuoco nella Capitale, Città del Messico. In una pizzeria: Bella Donna. Era l’aprile del 2019. Per quel delitto è stato arrestato un concittadino di De Stefano, napoletano anche lui. Si chiama Giuseppe Vitucci, residente da anni nel Paese centro-americano, fermato all’aeroporto della capitale mentre cercava di lasciare il Paese. Un delitto premeditato e plateale, secondo quanto scrive il Mattino.
De Stefano commerciava generatori e macchinari cinesi spacciandoli per tedeschi. Un business rischioso. Il Corriere della Sera scrisse di un “giro consolidato”, un’attività estesa, con depositi e logistica. Il 35enne stava mangiando nella pizzeria quando i killer hanno fatto irruzione. Inizialmente era stata avanzata anche l’ipotesi di rapina. Le ricostruzioni dell’epoca avevano poi parlato di un uomo con un cappellino blu e vestito di scuro che avrebbe sparato. Forse una colluttazione. Imprecazioni e grida in italiano. La fuga dei sicari in moto. Tutto ancora nebuloso e da chiarire insomma, fatto sta che Vitucci è stato fermato. C’è una ricostruzione e un movente.
“Vitucci, che si atteggiava a ‘ras’ della comunità dei napoletani nella capitale, voleva impedire al 35enne De Stefano di inserirsi nel circuito commerciale di Città del Messico – scrive il Mattino – Non tollerava che un altro napoletano “invadesse” il settore di affari sui quali pretendeva evidentemente di avere una sorta di monopolio. Una causale assurda, e che pure avrebbe – questo emerge dalla ricostruzione di un’indagine lunga e delicata – armato la mano dell’uomo per liberarsi di quel che evidentemente riteneva uno scomodo concorrente”. Un atto di potere insomma, che secondo il quotidiano avrebbe voluto “instaurare un sistema para-camorristico fondato su rispetto e paura”.
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