I costanti ritardi nella conclusione dei lavori pubblici hanno indebolito la fiducia dei cittadini nella capacità delle Pubbliche amministrazioni di mantenere fede ai propri impegni. D’altronde questi ritardi sono accompagnati da un corrispondente aumento dei costi, alimentando sospetti sulla trasparenza nei rapporti tra committenti pubblici e imprese esecutrici.

Le cause sono tante e tra queste l’approssimazione dei progetti, i contenziosi nelle fasi delle gare di aggiudicazione e nell’esecuzione delle opere, l’insufficienza delle dotazioni finanziarie rispetto ai costi effettivi molto diversi da quelli preventivati. Il legislatore ha provato a semplificare le procedure e le regole per l’esecuzione dei lavori pubblici, ma i benefici non sono stati quelli attesi anche per le debolezze strutturali degli uffici tecnici a gestire le diverse fasi di progettazione, esecuzione e controllo. In questi ultimi anni le risorse finanziarie per nuove opere pubbliche si sono ridotte e, di fatto, quelle effettivamente disponibili derivano dagli stanziamenti del Pnrr. Per rispettare la data di completamento di tali interventi (2026) sono state varate nuove norme di semplificazione e stanziate risorse per il potenziamento delle capacità operative dei vari enti gestori del programma Pnrr. A Napoli tale programma vale circa 1 miliardo di euro, ma poco si sa sul suo stato di attuazione.

Contemporaneamente è stato aggiornato il Codice degli appalti, che afferma la priorità dell’obiettivo della realizzazione di un intervento rispetto alla mera osservanza delle procedure burocratiche. I livelli di progettazione di un’opera pubblica sono stati ridotti a due: progetto di fattibilità e progetto esecutivo. Inoltre per gli interventi di manutenzione può anche essere omessa, in particolari condizioni, la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica. Ugualmente importante è la riproposizione del ricorso all’appalto integrale, cioè l’affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori. Così pure l’archiviazione digitale delle varie fasi operative dovrà consentire alle Amministrazioni di controllare e governare puntualmente i procedimenti. Il nuovo modello semplificato per la realizzazione di un’opera pubblica rimuove molte delle rigidità procedurali preesistenti e pone al centro un nuovo rapporto con gli imprenditori, incentrato nella reciproca fiducia con l’ente appaltante.

Due sono le condizioni per aprire una nuova fase nella gestione delle opere pubbliche a Napoli. Da un lato l’effettivo potenziamento degli uffici tecnici comunali, dopo il loro pesante svuotamento: le assunzioni effettuate recentemente appaiono insufficienti e il modello organizzativo continua a essere scarsamente orientato al “fare”. Dall’altro gli imprenditori devono rafforzare le capacità progettuali e propositive per non essere semplici “appaltatori”. È possibile, allora, chiudere la “storia” dei tempi lunghi e costosi, e la puntuale conclusione degli interventi del Pnrr potrà essere una decisiva conferma.