Falegnameria, officina del riciclo, museo degli antichi mestieri, atelier d’arte. La “Miniera”, insolita e misteriosa bottega situata nel cuore dei quartieri spagnoli, è questo è tanto altro, come ci racconta il creatore Salvatore Iodice, in compagnia del suo socio Fabio De Rienzo.

La Miniera vuole essere un luogo dell’anima dei quartieri spagnoli, via mediana tra cantina dei sogni e museo d’avanguardia. “La modalità con cui realizziamo i nostri manufatti viene incontro alle esigenze della nostra città: utilizziamo infatti solo oggetti e materiali riciclati. Cose che la gente butta via, magari anche in luoghi e in orari non consentiti”. Lucido osservatore dei quartieri che ospitano la sua bottega, Salvatore Iodice è convinto che solo recuperando l’antica tradizione dei mestieri in via d’estinzione si possa combattere il degrado e l’illegalità.

“Quelli che una volta si chiamavano scugnizzi, e oggi baby gang, cadono nelle reti della criminalità anche per l’assenza dei piccoli lavori che un tempo imparavano a responsabilizzarsi e a prendere un posto nella società” continua Salvatore, che ha realizzato il progetto di Miniera nel segno del riscatto, dopo una vita non priva di errori. Ma è nei vicoli che è tornato, a portare il suo messaggio di operosità e creatività. La Napoli insolita e misteriosa rivive anche e soprattutto nei vicoli, un tempo regno incontrastato dei piccoli bottegai e artigiani. Ciabattini, acquaioli, pellettieri: una tradizione nobile e mai abbastanza valorizzata.

“Ho deciso di tornare ad amare il mio quartiere”, ci racconta Fabio De Rienzo, collaboratore dell’avventura della Miniera, “non solo facendo rivivere gli antichi mestieri e gli oggetti usati tramite l’arte, ma anche organizzando iniziative culturali”. Sabato 26 infatti, in barba ad una pioggia incessante, è andata in scena la seconda edizione del Premio Miniera, che nella sua seconda edizione ha visto premiati, tra gli altri, le sorelle Talarico, che portano avanti una tradizione secolare nella realizzazione di ombrelli, l’artigiano pellettiere Giuseppe Cognetti, Eugenio Rizzo, impagliasedie, e tanti altri, e ha visto la partecipazione di ospiti d’eccezione quali Enzo Gragnagnello e Roberto Colella.

Questi antichi bottegai, quando per sopraggiunti limiti d’età o, più spesso, per l’impossibilità di sopravvivere alle leggi di mercato, compiono l’arduo passo di “chiudere baracca”, non esitano a regalare antichi e preziosi strumenti della loro attività artigianale a Salvatore, che ci mostra fiero un’antica sega da falegname, appena arrivata. “È quasi un simbolico passaggio di testimone tra le generazioni”.