Neonata lasciata nella culla termica della parrocchia di San Giovanni Battista a Bari. Ad accoglierla, allertato dal sensore che ha fatto squillare il suo cellulare, è il parroco don Antonio Ruccia. La piccola, lasciata poco dopo le 7 del mattino di sabato 23 dicembre, è in buone condizioni di salute ed è stata trasferita in ospedale nel reparto di Neonatologia del Policlinico di Bari.

Neonata lasciata nella culla termica, “Si chiamerà Maria Grazia come la Madonna”

E’ nata pochi giorni fa e chi l’ha lasciata nella culla termica della parrocchia, che si trova nel quartiere Poggiofranco, l’ha fatto con discrezione e senza lasciare alcun biglietto. “Piangeva come un ossesso, indossava una tutina di colore verde, uno smanicato rosa e un cappellino” commenta all’agenzia Ansa don Antonio. La piccola sarà chiamata Maria Grazia: “Quando i carabinieri mi hanno chiesto come volessi chiamarla ho risposto Maria Grazia, come la Madonna che spero accompagni questa piccina per tutta la vita”.

Il parroco ha sporto denuncia e del caso si occuperà nei prossimi giorni il Tribunale per i minorenni. Definisce il ritrovamento di Maria Grazia “il regalo più bello di Natale” e rivolge un pensiero alla madre e a chi l’ha lasciata nella culla termica: “Per due giorni ho trovato la culla aperta. Può significare tutto o nulla ma immagino il coraggio e il dolore di chi ha lasciato la piccola”.

Culla termica a Bari, il precedente e la gioia del parroco: “Dono a pochi giorni dal Natale”

La culla termica è presente nella parrocchia barese dal 2014. La prima volta è stata usata nel luglio del 2020 quando un bimbo, poi battezzato con il nome Luigi, fu lasciato dai genitori. Accanto a lui c’era un biglietto su cui erano appuntate le abitudini del piccolo. “Stavolta, rispetto a tre anni fa, è stata peggio per agitazione e gioia: quando ho sentito squillare il cellulare che mi avvisava che nella culla termica c’era qualcosa il mio cuore ha cominciato a scalpitare. Quella piccola, a pochi giorni dal Natale del nostro Signore, mi ha fatto un dono: è come se fossi venuto di nuovo al mondo” dichiara all’Ansa don Antonio Ruccia.

 

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