Tutti si affrettano a negare, ma in realtà quello tra Azione e il centrodestra è più di un semplice dialogo istituzionale. Il partito di Carlo Calenda è l’interlocutore privilegiato della maggioranza, che a breve potrebbe allargarsi e pescare nell’opposizione. D’altronde Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, è chiaro: «Siamo aperti, pronti ad accoglierlo». E non nasconde l’ottimismo: «Ci sarebbero poche difficoltà a costruire un accordo più ampio». Non a caso, alle elezioni regionali nelle Marche e in Campania potrebbero correre insieme: «Siamo ben felici di accoglierli». Ma sulla coalizione dei volenterosi italiani, che comprende i riformisti del Pd e +Europa, frena: «Non scardineremo mai il centrodestra per dare vita a improbabili coalizioni non passate per il giudizio popolare».

In tempo zero sono state smentite le voci su presunte trattative politiche, ma le porte del governo sono davvero del tutto chiuse ad Azione?
«No, non c’è nessuna chiusura: noi siamo aperti a tutti coloro che condividono i nostri valori, le nostre idee, i nostri progetti per il futuro del Paese. Se Calenda, finalmente, capisce che con la sinistra non si può fare nulla di buono per l’Italia e vuole contribuire a rafforzare l’area liberale del centrodestra, saremo assolutamente pronti ad accoglierlo».

Pensa a un ingresso nell’esecutivo o una sorta di appoggio esterno?
«Penso ad un ingresso in maggioranza, ma questo non possiamo essere noi a deciderlo. Lo deve decidere Calenda».

Anche perché Azione ha già fatto asse con la maggioranza, ad esempio sulla giustizia e sul nucleare…
«Esatto, spesso ci siamo trovati a condividere con Azione anche pezzi importanti del nostro progetto di governo e quindi ci sarebbero poche difficoltà a costruire un accordo più ampio».

Un certo feeling si nota anche in vista delle elezioni regionali nelle Marche e in Campania: i calendiani possono correre insieme al centrodestra, come già avvenuto in Basilicata?
«Certamente, se condividono il progetto che il centrodestra porta avanti in quelle Regioni siamo ben felici di accoglierli come abbiamo già fatto, positivamente, in Basilicata».

Il direttore Velardi ha lanciato l’idea di una «coalizione dei volenterosi italiani». E Calenda ha chiamato a raccolta gli europeisti, da Forza Italia ai riformisti del Pd passando per +Europa. Siete pronti a raccogliere l’appello?
«No, noi facciamo parte di una coalizione in cui nessuno mette in discussione l’Europa; semmai, ci sono ricette diverse su come migliorarla. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: non scardineremo mai il centrodestra per dare vita a improbabili coalizioni non passate per il giudizio popolare».

FI sulla politica estera è più allineata ad Azione che alla Lega, devota a Trump e contraria al riarmo dell’Ue «guerrafondaia». Vi sentite a vostro agio?
«Assolutamente sì, siamo tutti uniti e compatti sulla necessità di non mettere in discussione il rapporto transatlantico e di rispondere alla sollecitazione degli Stati Uniti e di Trump sul rispetto dei patti, sottoscritti anche da governi di centrosinistra, per gli investimenti in Difesa. Se questo avverrà derogando dal Patto di Stabilità sarà molto positivo, perché non dovremo così sacrificare altre spese ad esempio per la sanità, il sociale, le infrastrutture. Quindi, non c’è nessuna impostazione “guerrafondaia”, bensì la necessità di dotarsi di un sistema di Difesa più efficace per assicurare maggiore sicurezza nazionale, proteggere i nostri mercantili, ad esempio nel canale di Suez, tutelare i dati sensibili e rinforzare la lotta contro i traffici dei migranti clandestini».

Tajani ha affermato che «non abbiamo bisogno di sfasciacarrozze». Un chiaro riferimento a Salvini?
«Estrapolare frasi da un discorso sul futuro dell’Europa è sempre il giochino di chi vuole dividerci e mettere zizzania all’interno del centrodestra. Di “sfasciacarrozze” in Europa ne conosciamo molti, a cominciare dalla sinistra che con le sue follie ideologiche ha messo in discussione interi comparti produttivi, rischiando di minare la credibilità e l’autorevolezza dell’Europa».

Le polemiche sul Manifesto di Ventotene hanno oscurato le divisioni nella maggioranza, che però rimangono tutte lì. Con tanto di schermaglie tra azzurri e leghisti. Ha un limite la pazienza per le continue fughe in avanti del Carroccio?
«Anche le polemiche sul Manifesto di Ventotene sono il frutto della volontà di qualcuno di generare confusione e attribuire al centrodestra le peggiori accuse. Noi lo abbiamo detto e lo ribadiamo con forza: non abbiamo bisogno della sinistra per avere patenti di europeismo. Siamo gli eredi di Alcide De Gasperi e Silvio Berlusconi e quindi sposiamo in toto, insieme a tutta la maggioranza, la loro idea di Europa».