«L’autore di queste righe è appena stato cacciato». Così scrive Gilles Kepel nel saggio “Olocausti. Israele, Gaza e lo sconvolgimento del mondo dopo il 7 ottobre”, edito da Feltrinelli il 3 settembre scorso. Importante arabista e profondo conoscitore dell’Islam politico, l’autore ha scritto, tra l’altro, il fondamentale “Sortir du chaos-les crises en Mediterranée et au Moyen Orient” del 2018, tradotto in Italia da Cortina editore nello stesso anno. Della «cacciata» a cui Kepel fa riferimento nel saggio appena pubblicato non si è parlato o scritto molto.

Egli era vicino al normale pensionamento quando il mondo è stato investito dallo «sconvolgimento» che l’autore delinea in questi termini: «Questo inverso “scontro di civiltà” implica la sostituzione dell’ideologia alla conoscenza, ed è per questo che uno dei campi di battaglia è la Università occidentale, fino ai campus più prestigiosi o, almeno, simbolici, come “Harvard”, negli Stati Uniti o la “Ecole Normale Supérieur”, in Francia. (…). Dalla seconda di queste istituzioni, l’autore di queste righe è stato cacciato, e i corsi sul Medio Oriente e sul Mediterraneo sono stati sospesi per essere sostituiti dalla promozione del “Sud globale”».

È da questa sorta di lampo, che squarcia le nubi sui cieli dell’Occidente, che Gilles Kepel traccia un’analisi di fatti singoli e ben radicati in specifici contesti. Non è nuovo, l’autore di “Sortir du chaos…” a questo metodo. Fu, infatti, il primo in un approccio di questo tipo, creando al tempo stesso un metodo per lo studio e la comprensione della geopolitica dei mondi arabi e del Mediterraneo. Scrisse allora: «Questo materiale – gran parte del quale è stato raccolto in prima persona, viaggiando in Africa del Nord e nel vicino Medio Oriente – dovrebbe consentirci di valutare al meglio gli scenari ipotetici che inglobano in un unico insieme le due sponde del Mediterraneo, nella buona e nella cattiva sorte».

Tornando al fatto che lo riguarda personalmente, afferma: «Mi mancavano due anni alla pensione, ma hanno deciso di mandarmi via in anticipo e chiudere la mia cattedra e sostituirla con un “master sul decolonialismo”, nel silenzio delle autorità». Siamo di fronte, quindi, ad una trasformazione del modo stesso in cui l’Occidente si pone di fronte allo studio di sé stesso. Spiega Gilles Kepel: «“Olocausti”, al plurale, è da prendere nel senso proprio dei sacrifici di vittime in massa, che musulmani palestinesi ed ebrei israeliani si sono reciprocamente inflitti durante un processo specifico che si è svolto nell’autunno del 2023. Queste atrocità avvengono tre quarti di secolo dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nel momento in cui gli equilibri del mondo stanno cambiando in maniera decisiva, in termini demografici ed economici. Questo grande sconvolgimento è accompagnato dalla offensiva contro i paesi occidentali che controllano le principali leve internazionali. Vengono chiamati “Nord” dai loro avversari di un improbabile “Sud globale”, che sostituirebbe al vecchio confronto tra Occidente e Oriente, Nato e Patto di Varsavia – in competizione per il dominio sul “Terzo mondo” di allora – un nuovo antagonismo: il “Nord”, che si vedrebbe isolato, e il “Sud”, la cui leadership sarebbe simboleggiata, al primo gennaio del 2024, dall’alleanza ad hoc dei dieci Stati Brics+, tra cui Cina e Russia. (…) Nel 2022, per la prima volta, i cinque membri dei Brics hanno superato di poco il G7 nella loro quota di Pil mondiale. Nel 2024, con cinque nuovi membri, lo supereranno in modo significativo».

È da questo “Sud globale – Brics” che, da due anni, proviene una crescente quantità di armamenti che la Russia utilizza per aggredire l’Ucraina; con la creazione di impianti di costruzione di droni iraniani sul suolo stesso della Russia, da una parte, e le frequenti delegazioni russe in aree iraniane specializzate alla messa a punto di missili “Ababil” di alta precisione, dall’altra. Si profila, quindi, una diversa configurazione della geopolitica. Ed è precisamente in questo contesto in trasformazione, che Gilles Kepel iscrive la sua analisi degli accadimenti dentro e intorno alle «due sponde del Mediterraneo, nella buona e nella cattiva sorte». Il “fatto” della chiusura di una cattedra universitaria – “Medio Oriente e Mediterraneo” -, inserito nel “contesto” sopra richiamato, rappresenta ed è la materializzazione di questa diversa realtà di geopolitica, nella quale vengono collocati il concetto e il soggetto politico di “Sud globale”. Ha, dunque, impellenti ragioni Gilles Kepel a rimarcare il silenzio delle istituzioni – in questo caso di quelle francesi – mentre si decide un cambiamento di tale portata, come se si trattasse di un “fatto” della burocrazia scolastica. E noi, il dovere di denunciare queste derive e contrastarle.

Mario Campli

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