Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere i cinque indagati per l’omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer 24enne ucciso con un colpo di pistola a Roma nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso, davanti ad un pub nel quartiere Appio Latino. L’unico a rilasciare delle dichiarazioni spontanee è stato Valerio Del Grosso, che davanti al gip Costantino Robbio e al pm Nadia Plastina si è difeso così: “Non volevo uccidere, era la prima volta che avevo un’arma in mano”.

Gli interrogatori di garanzia, iniziati intorno alle 15, si sono quindi conclusi nel giro di mezz’ora all’interno del carcere romano di Regina Coeli. Così come Del Grosso, ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale del delitto, anche il suo complice Paolo Pirino, in manette nella prima tranche delle indagini, non ha riferito parola ai magistrati.

Silenzio anche da parte di Marcello De Propris, accusato di concorso in omicidio per avere dato la pistola ai due, e di Giovanni Princi, l’amico di infanzia di Luca Sacchi accusato di aver tentato di acquistare un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti dagli altri tre indagati.

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“Princi è addolorato per la morte del suo amico Luca. Per lui è stata una vicenda dolorosissima”, ha spiegato l’avvocato difensore Massimo Pineschi. “So che anche i genitori di Princi sono sconvolti per quanto accaduto – aggiunge il legale – Il mio assistito è scosso, è alla sua prima esperienza detentiva, potete immaginare come sta. Valuteremo il ricorso al Riesame dopo avere letto tutti gli atti”.

Anastasia Kylemnyk, la fidanzata della vittima al momento sottoposta all’obbligo di firma e accusata come Princi di aver tentato di acquistare 15 chili di droga, verrà invece ascoltata domani dal giudice.

Redazione

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