Aveva travolto con un Suv il piccolo Manuel sulle strade di Casal Palocco (Roma) lo scorso 14 giugno, in un’incidente in cui erano rimasti feriti anche la mamma e la sorellina di 4 anni. Ora, lo youtuber Matteo Di Pietro, 20 anni, dopo aver patteggiato a 4 anni e 4 mesi la condanna per i reati di omicidio stradale aggravato e lesioni (con il riconoscimento delle attenuanti generiche), torna a parlare. Lo fa con dichiarazioni spontanee al gip, rinnovando le sue scuse e il suo dolore. È il suo avvocato, Antonella Benveduti, a darne notizia, sottolinenando ancora una volta come abbia riconosciuto in aula la sua responsabilità, esprimendo il suo desiderio di impegnarsi in futuro in progetti che riguardano la sicurezza stradale. Un impegno sociale che lui stesso ha definito come ‘obiettivo sociale’.

Il noleggio del sud, l’investimenti e la positività ai cannabinoidi

L’estate scorsa, Matteo Di Pietro aveva noleggiato un Suv Lamborghini per girare un nuovo video nel suo canale con “l’unico ed evidente fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità altrui, procedendo ad una velocità superiore ai limiti indicati – scriveva il gip -, tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità”. Quel giorno l’auto, immediatamente prima dell’impatto, alle ore 15:38, aveva raggiunto in soli 14 secondi la velocità di 124 km/h”.

Nelle analisi di Di Pietro dopo l’incidente veniva riscontrare anche la positività ai cannabinoidi, fattore però non determinante tra le aggravanti dell’omicidio stradale, in quanto l’assunzione poteva riferirsi a diversi giorni prima, ma che in un primo momento contribuì all’adozione di una misura cautelare degli arresti domiciliari ‘adeguata a fronteggiare tale pericolo di reiterazione’.

Redazione

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