“Il pericolo è stato sottovalutato”. Lo ha affermato il procuratore capo di Treviso Marco Martani alla stampa confermando che nel delitto di Vanessa Ballan sono presenti elementi per contestare la premeditazione. “Forse si poteva chiedere una misura di divieto di avvicinamento – ha precisato – ma la collega che ha seguito il gruppo fasce deboli non ha ritenuto l’esistenza di un pericolo imminente. Cercheremo di capire se si è sbagliato qualcosa”.

Il profilo di Bujar Fandaj

I segnali di Bujar Fandaj, indiziato dell’omicidio, d’altronde, lanciavano già un campanello d’allarme. L’uomo di 41 anni, kosovaro, pittore edile di professione e incensurato, avrebbe avuto una relazione di circa un anno con la ventisettenne, poi nei mesi estivi,  la decisione della ragazza di chiuderla, non condivisa dall’amante, che sapendo del matrimonio aveva iniziato a minacciare di rivelare al compagno del loro rapporto. Aveva iniziato a seguirla, in più occasioni si era presentato al supermercato di Riese dove lei lavorava, una volta spingendola e gridandole: “Ti ammazzo”. Stesso modo e stesso pretesto per un’irruzione in casa poche settimane dopo. Proprio quest’ultimo fatto aveva spinto la giovane donna a raccontare tutto al compagno, confessando il tradimento, scegliendo di andare a denunciare Fandaj. Ma dalle prime persecuzioni dei carabinieri, con tanto di sequestro di tre telefoni contenenti materiale privato che l’uomo era intenzionato a diffondere, non sono seguiti provvedimenti.

La ricostruzione dell’omicidio

C’è un video registrato dall’impianto di videosorveglianza dell’abitazione accanto a quella di Vanessa che fa luce sui momenti dell’omicidio. Il killer arriva in bicicletta tra le 11.21 e le 11.47, ha con sé una sacca con un martello e due coltelli. Il primo viene usato per rompere una porta finestra, i secondi per aggredire Vanessa Ballan. Le armi verrano poi ritrovate nel lavandino di casa sua, assieme ad altri coltelli simili. Al momento dell’attacco, la donna, incinta, di pochi mesi,  si trovava a casa da sola, il figlio (di cinque anni) era all’asilo, il compagno a lavoro. Quest’ultimo è stato proprio il primo a ritrovare la donna morte dopo essere tornato a casa alle 12:00.

La fuga

Il killer avrebbe poi architettato la fuga. Abbandonata la propria abitazione, davanti al cui ingresso era parcheggiata la sua auto, per scappare ha scelto un altro mezzo. Dopo una sosta al bar di Altivole dove qualcuno racconta di averlo visto alle tre del pomeriggio, ha pubblicato una storia su Instagram con la foto dello svincolo per la Slovenia, per poi chiamare il 112 senza lasciarsi rintracciare: “Sono stato io ad uccidere Vanessa, domani mi consegno”, ha detto. È stato catturato dopo le 23, dopo un giorno di ricerche, quando le forze dell’ordine hanno capito che la foto in cui lo si vedeva varcare il confine era stoltanto un depistaggio: era tornato a casa sua, ad Altivole.

Nei suoi confronti sono ipotizzati i reati di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione, dai pregressi rapporti affettivi e dall’aver ucciso una donna incinta al termine di atti di persecuzione.

Redazione

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