Da quando è morto Benedetto XVI è ancora in attesa di una nuova destinazione. Intanto, padre Georg Gänswein ha pubblicato un libro insieme al giornalista Saverio Gaeta dal titolo “Nient’altro che la verità – La mia vita al fianco di Benedetto XVI”. Classe 1950, sacerdote dell’arcidiocesi di Friburgo, in Germania, dal 1984 e dottore in Diritto canonico, è stato chiamato in Varticano nel 1995, prima nella Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti e l’anno successivo in quella per la Dottrina della fede. Nel 2003 divenne segretario personale dell’allora cardinale Joseph Ratzinger, che poi, salito al soglio pontificio, nel 2005, lo confermò nell’incarico e nel 2012 lo nominò prefetto della Casa pontificia, consacrandolo arcivescovo, il 6 gennaio 2013, con il titolo di Urbisaglia. Dopo le dimissioni di Benedetto e l’elezione di Francesco, il nuovo papa o ha mantenuto nella responsabilità dell’ufficio, affidandogli però, dal gennaio del 2020, il compito di dedicarsi esclusivamente al Papa emerito. La sua prossima destinazione per ora non è chiara. Ma intanto continua a far parlare di se dopo le accuse a Papa Francesco nei giorni subito dopo la morte di Benedetto.

In un’intervista in esclusiva per il Corriere ripercorre il rapporto tra il “suo” papa, benedetto XVI e il cardinale Angelo Scola. “Credo non pochi cardinali avrebbero vissuto bene se Angelo Scola fosse stato Pontefice”, ha detto al giornalista che lo incalzava in merito. Non si è sbilanciato ma ha spiegato: “Io non posso dire di essere stato amico del cardinale Scola, ma a lui mi lega una grande simpatia personale e una profonda stima. Ma dire certe cose, oggi, sapendo che in Santa Marta c’è grande sensibilità…”. Padre Georg ha raccontato del rapporto tra queste due importanti figure della Chiesa Cattolica, Benedetto XVI e Angelo Scola. “Mi vengono in mente le due visite ufficiali che Ratzinger fece a Scola durante il suo Pontificato. La prima fu a Venezia, dove Scola era Patriarca. Nel maggio 2011. Al di là della cornice della città, che già da sola mi ha lasciato ricordi bellissimi indelebili, l’accoglienza fu straordinaria e poi si notava già molto bene la simpatia umana e la sintonia teologica tra il Papa e il Patriarca. Si conoscevano già da tempo, appunto in un contesto di riflessioni teologiche, e a quel punto si ritrovavano in una bella armonia. Per descriverla mi viene in mente l’immagine di una barca a vela sospinta da una buona brezza”.

Poi l’11 febbraio 2013 che cambiò la storia della Chiesa con le dimissioni improvvise di Benedetto. “Alle ore 20 il Papa firmò la rinuncia e salì sull’elicottero che lo portò a Castel Gandolfo, perché il monastero Mater Ecclesiae non era ancora pronto a ospitarlo. Ricordo benissimo che tanti, e voi giornalisti in particolare, si sono precipitati a dire che il cardinale Scola sarebbe stato il successore naturale, anzi addirittura scontato”, continua padre Georg. E continua ricordando quelle ore in cui bisognava eleggere un nuovo Pontefice: “Papa BenedettoXVI non parlò con nessuno, non rispondeva a nessuno, proprio perché non voleva e comunque non poteva in alcun modo influenzare il Conclave. Ma come ci sono i cosiddetti ‘kingmaker’, esistono anche i ‘papameker’ che, magari anche a partire da dati di fatto veri, come la sintonia teologica e umana tra i due, aggiungevano anche molta fantasia. Ma il mondo cattolico e della Chiesa è grande e diversificato, c’è sempre qualche elemento incalcolabile e concentrarsi soltanto su Roma è un errore”. Al giornalista che insisteva per avere una sua opinione su se Benedetto sarebbe stato felice di vedere Scola al suo posto resta evasivo: “Al di là della mia stima e simpatia personale, le capisce che ogni mia frase su questo potrebbe essere interpretata come una manifestazione negativa nei confronti dell’attuale Pontefice. E come le ho detto, a Santa Marta c’è grande sensibilità…”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.