Nel mese di febbraio l’India è balzata alle cronache come uno dei paesi più popolosi del mondo, e forse anche tra quelli con la situazione igienico-sanitaria peggiore, che però aveva debellato il Covid. Uno strano caso che incuriosì tanti. I numeri parlavano chiaro: a settembre i contagi in Italia cominciavano lentamente a risalire e se ne registravano fra i 1.000 e i 2.000 al giorno. In India improvvisamente arrivarono fin quasi a 100 mila quotidiani, con 1.000-1.100 decessi al giorno. Nello stesso periodo in Italia non morivano più di 10-20 persone quotidianamente con Covid e per Covid.

In India il numero dei contagi è aumentato spaventosamente all’improvviso

Tenendo conto che in India ci sono 1 miliardo e 388 milioni di persone contro i 60milioni italiani in media i decessi giornalieri erano il triplo di quelli nostrani. Poi a fine settembre il numero dei contagi in India è crollato all’improvviso fino ad arrivare ai numeri più contenuti. A febbraio si registravano 11-12 mila nuovi casi al giorno e 100-120 decessi. In Italia i morti erano 300-400 al giorno e i nuovi casi 10-13 mila. Un numero enorme se si pansa che in India ci sono 23 volte in più di abitanti.

Si ipotizzò dunque che l’India avesse raggiunto l’immunità di gregge. La vaccinazione di massa però non era decollata anche se pare che il Paese abbia in magazzino decine di milioni di dosi di vaccini e ne possa produrre 50milioni al mese. Tanto che il governo di Nuova Dheli avrebbe spedito 34 milioni di vaccini a una 30ina di paesi, gratuitamente ai più poveri. Poi dall’India sono arrivate le immagini drammatiche dei corpi cremati in strada nell’impossibilità di poterli gestire diversamente visto l’alto numero di vittime del Covid.

I numeri dei contagi sono ancora più allarmanti: 3.523 morti e oltre 400mila positivi in un giorno. Una crescita repentina: in sole due settimane, da fine marzo a metà aprile, il Subcontinente è passato da meno di 15 mila nuovi casi al giorno a oltre 200mila. A questo si aggiunge la paura per la diffusione della variante indiana che ha costretto misure restrittive da parte di Paesi di tutto il mondo. Cosa è successo?

Il Covid si è diffuso in India durante i comizi elettorale e le grandi feste

Mettendo in conto anche il sospetto che i dati divulgati dalle istituzioni indiane fossero parziali o comunque incompleti, vista l’impossibilità di tracciare tutti i contagi con certezza in alcune zone del paese, i virologi ragionano sulle cause che possano aver scatenato nuovamente il virus. Tra le prime c’è l’ipotesi della complicità dei comizi elettorali.

A fine febbraio è partita infatti la campagna elettorale che ha portato in piazza comizi oceanici in vista del voto che coinvolge 186 milioni di cittadini in cinque stati. Tra i partecipanti la mascherina era usata raramente. l 6 aprile, per esempio, 800mila persone hanno assistito in West Bengala a un comizio del premier Modi, e tra loro ben pochi indossavano la mascherina.

Poi ci sono i grandi raduni religiosi, quelli a cui hanno preso parte anche alcuni italiani. Milioni di pellegrini si sono immersi nel Gange per il Kumbh Mela: per quasi due mesi e mezzo, con punte di 2,5 milioni di persone confluite in un solo giorno in una sola città, ad Haridwar, nelle date clou. Le foto testimoniano assembramenti e addirittura persone che come di consueto bevono l’acqua del gange. Tutto senza mascherine. Poi c’è l’episodio della sfida di cricket tra India e Inghilterra in Gujarat con oltre 130mila tifosi ammassati, per lo più senza mascherina.

La variante indiana

Agli incontri e alle occasioni di contagio si aggiunge anche la diffusione della variante indiana. Ma su questo il governo Subindiano è vago: i dati sono pochi e confusi. Le autorità cercano di sminuire la portata del fenomeno anche se la variante B.1.617 (come viene chiamata) è stata ritrovata nel 24 % degli infetti indiani (test effettuati a campione tra febbraio e marzo) contro il 13 % della variante britannica.

L’India cerca di limitare i danni: “Vaccinatevi senza esitazione”

Altro che immunità di gregge. L’India ha vaccinato meno del 26% della popolazione con la doppia dose e solo il 10% ha ricevuto la prima. Così il premier Modi ha raccomandato ai cittadini di “vaccinarsi senza esitazione”, cioè “senza ascoltare voci o critiche” riguardo ai vaccini stessi. Il leader che fino a poco fa sembrava quasi negazionista del Covid pare aver cambiato idea.

Fino all’anno scorso Modi esortava la popolazione a suonare le campane per gli eroi operatori sanitari, ha imposto l’uso delle mascherine molto tardi e ha raccomandato di praticare lo yoga ayurvedico per proteggersi dal virus. Forse queste raccomandazioni dall’alto non hanno aiutato a frenare il numero dei contagi.

La situazione rimane drammatica e non sembra che la campagna vaccinale possa contribuire decisivamente. Finora i vaccini governativi sono stati gratuiti e agli ospedali privati è stato permesso di vendere dosi a un prezzo limitato a 250 rupie, circa 3 dollari. Ma adesso i prezzi per i governi statali e gli ospedali privati saranno determinati dalle aziende di vaccini. Alcuni Stati potrebbero non essere in grado di fornire vaccini gratuitamente poiché pagano il doppio del governo federale per la stessa iniezione e i prezzi negli ospedali privati potrebbero aumentare.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.