Sei morti ufficiali, 15 feriti e Hannah, figlia 18enne di Mike Lynch, ultima dispersa. Mentre vanno avanti le ricerche dei sommozzatori del vigili del fuoco dopo il naufragio della barca a vela di 57 metri chiamata Bayesian, affondata tra le 4 e le 5 del mattino di lunedì 19 agosto a Porticello, a largo di Santa Flavia (Palermo), la procura di Termine Imerese è a lavoro per cristallizzare eventuali responsabilità.

Naufragio Bayesian, gli errori dell’equipaggio 

Al momento il fascicolo aperto è per naufragio colposo contro ignoti. Bisognerà recuperare la scatola nera della barca a vela per avere ulteriori informazioni sul naufragio dell’imbarcazione lunga 56 metri e con un albero maestro di 75 metri, trovato intatto in fondo al mare. Naufragio provocato da una tromba d’aria e – stando a una prima ipotesi investigativa – da una serie di errori commessi dall’equipaggio: dalla porta-finestra del ponte superiore lasciata aperta all’errato posizionamento dell’imbarcazione, dalla scarsa consapevolezza del peggioramento delle condizioni meteo (annunciate dagli esperti) a un ritardo nell’attivazione del sistema automatico che sigilla la nave in caso di pericolo.

Il comandante del veliero, il 51enne neozelandese James Cutfield ha spiegato che il temporale “non l’abbiamo vista arrivare”. Cinque delle sei vittime fino ad ora accertate sono state ritrovate nelle cabine, probabilmente dormivano e non si sono rese conto di nulla.

Naufragio Bayesian: “Perché non sapevano del maltempo?”

Due esperti, intervistati da Corriere della Sera e Repubblica, analizzano aspetti diversi del naufragio ponendo però la stessa domanda: “Perché in una notte di maltempo, in cui il meteo ti avverte di guai in vista, il cielo è brutto, a bordo hai ospiti che non sono marinai, ma gente in vacanza, non te ne stai tranquillo in porto? Perché decidi di fermarti in rada sapendo che, bene che vada, non chiuderai occhio per controllare che l’ancora tenga e il tempo non peggiori?”.

In una intervista al Corriere della Sera, Giovanni Costantino, fondatore e amministratore delegato di The italian sea group, la società quotata in borsa proprietaria degli asset di Perini navi di Viareggio che costruì il Bayesian nel 2008, fa riferimento a una “sommatoria lunghissima di errori. Le persone non dovevano essere nelle cabine, la barca non doveva essere all’ancora. E poi perché l’equipaggio non sapeva della perturbazione in arrivo? I passeggeri hanno riferito una cosa assurda, e cioè che la tempesta è arrivata inaspettata, all’improvviso. Non è vero. Era tutto prevedibile. Io ho qui davanti a me le carte meteo”.

“Nave Pierini ha resistito a uragano Katrina, poteva resistere alla tromba d’aria”

Costantino che si scaglia anche contro le ricostruzioni dei primi giorni che avrebbero provocato una danno di immagine alla società: “Una nave Perini ha resistito all’uragano Katrina, categoria 5. Le pare che non possa resistere a una tromba d’aria di qua? Abbiamo avuto un danno di immagine enorme e una flessione in borsa. Stiamo valutando possibili azioni a tutela della nostra immagine e credibilità delle Navi Perini” perché è stato detto “che l’albero si è spezzato”.

Una barca, il Bayesian, considerata “inaffondabile salvo che non imbarchi acqua”. L’acqua avrebbe piano piano interessato il veliero a causa del forte vento di quella notte, parti a circa 80 nodi (150 chilometri orari). Costantino spiega: “La nave era all’ancora. A un certo punto l’ancora perde la presa e lei si sposta trascinata dal vento che la spinge prendendola in pancia. La spinge per 4 minuti che noi definiamo “di scarrocciamento”, la ruota e la pone nella posizione in cui è affondata. In questi 4 minuti — e mi assumo la responsabilità di quel che dico — la nave ha già preso acqua. Perché lo dico? Perché dalle immagini video che tutti avete pubblicato si vede l’albero in verticale prima tutto acceso e poi spento, tranne la lampadina in testa che prende energia da una batteria”.

Nave Bayesian affondata in sei minuti

Nave che si è inclinata a 90 gradi “perché l’acqua ha continuato ad entrare”. Secondo Costantino – che cita i sommozzatori – il portellone di poppa era aperto”. Poi spiega che “ci sono delle porte in sovrastruttura che già con una inclinazione di 30 gradi, se aperte, avrebbero imbarcato acqua”. Infine smentisce la diceria popolare: “Da quando ha cominciato a entrare a quando è andata giù sono passati 6 minuti. Chi dice che è sparita in pochi secondi dice una bestialità”.

Per Costantino le condizioni meteo “non erano così pazzesche. Del resto – sottolinea – il comandante della Sir Robert, accanto, è riuscito a gestire tutto senza problemi”. Il riferimento è al veliero olandese che ha soccorso le persone finite in mare così come raccontato dal comandante Karsten Börner.

“Mediterraneo pentola bollente, vento fa volare uomini come zanzare”

Andrea Mura, che da pochi mesi è diventato il quinto italiano ad aver completato il giro del mondo a vela in solitaria, sottolinea che quella notte “il vento potrebbe aver raggiunto gli 80 nodi, o quasi. Sono circa 150 chilometri all’ora, qualcosa di difficilmente immaginabile nel Mediterraneo, capace di far volare un uomo come una zanzara. Le onde, la resistenza opposta al vento dall’albero altissimo e dallo scafo potrebbero aver fatto sdraiare la nave su un fianco”. Poi ribadisce l’allarme sul mar Mediterraneo diventato oggi “una grande pentola, sempre più bollente, circondata da terre, con correnti d’aria fredde che scendono da nord e altre calde che salgono da sud. Si scontrano nel mezzo, e la violenza di tempeste e tornado non ti permette più distrazioni”.

 

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