Da giovedì 7 ottobre nelle sale
Perché “La scuola cattolica” è stato vietato ai minori di 18 anni: il film al cinema e la censura
Il film La scuola cattolica arriva al cinema dal 7 ottobre ma i minori di 18 anni non potranno vederlo. È quanto ha deciso la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, incaricata dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura. Il film, diretto dal regista Stefano Mordini, è tratto dal romanzo omonimo vincitore del Premio Strega nel 2016 scritto da Edoardo Albinati ed è stato presentato fuori concorso all’ultima Mostra dell’Arte Cinematografica di Venezia come vietato ai minori di 14 anni.
“La censura viene operata su un film che racconta una storia vera – la nota della società di produzione Warner Bros – una storia di omicidio e di stupro. Quella di una grave violenza perpetrata ai danni di due donne, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, un crimine che sconvolse l’intero Paese, ancora vivo nella coscienza collettiva: il delitto del Circeo. Un divieto – si legge ancora nella nota – che viene imposto per un film che ripercorre i fatti che hanno segnato la storia dell’ordinamento giuridico italiano, aprendo nel 1975 un dibattito che si sarebbe concluso solamente nel 1996, quando per la legge italiana la violenza sessuale passò dall’essere considerata un reato contro la morale a un crimine contro la persona“.
La decisione sarebbe “in netta contrapposizione con quanto affermato lo scorso aprile dal ministro (della Cultura, ndr) Dario Franceschini che – aggiunge ancora la produzione – alla firma del decreto che istituì la nuova Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, commentò: ‘Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti'”. Ma perché, dunque, questa decisione?
Secondo la Commissione del Mic “il film presenta una narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice. In particolare i protagonisti della vicenda pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti. Questa lettura che appare dalle immagini, assai violente negli ultimi venti minuti, viene preceduta nella prima parte del film, da una scena in cui un professore, soffermandosi su un dipinto in cui Cristo viene flagellato, fornisce assieme ai ragazzi, tra i quali gli omicidi del Circeo, un’interpretazione in cui gli stessi, Gesù Cristo e i flagellanti vengono sostanzialmente messi sullo stesso piano. Per tutte le ragioni sopracitate la Commissione a maggioranza ritiene che il film non sia adatto ai minori di anni diciotto”.
Puntuale e dura la replica del regista Stefano Mordini: “Non riesco a trovare delle ragioni valide per questa censura e se mi sforzo di trovarle, mi inquietano. Nella motivazione della commissione censura si lamenta il fatto che le vittime e i carnefici siano equiparati, con particolare riferimento a una lezione di un professore di religione, ma questo è esattamente il contrario di quello che racconta il film – commenta – e cioè che, provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male. Una delle due vittime, all’epoca, era minorenne e il nostro è un film di adolescenti interpretato da adolescenti”.
Sorpresi e contrari alla decisione anche i familiari delle vittime. Il legale di Rosaria Lopez e fratello di Donatella Colasanti, eredi mortis causa, Stefano Chiariatti ha dichiarato: “Hanno visionato il film La Scuola Cattolica. Il loro evidente coinvolgimento, personale e affettivo, nella vicenda narrata, per la parte che li riguarda, ha indotto in Letizia e Roberto il risvegliarsi di traumi e dolori profondi, legati a quanto patito nel 1975 e negli anni successivi. Malgrado l’enorme sacrificio, umano ed emotivo, legato alla rievocazione vivida, visiva e sonora, di quanto accaduto alle rispettive sorelle, hanno, tuttavia, apprezzato la volontà di tramandare, anche in chiave di ammonimento per il futuro, la memoria della loro tragedia, soprattutto alle giovani generazioni. Hanno, pertanto, appreso con grande sorpresa della decisione del ministero della Cultura di vietare la visione del film ai minori degli anni diciotto”.
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