Il libro
Piero Marrazzo e le figlie Giulia, Diletta e Chiara. “Mi hanno insegnato che un padre può essere perdonato anche se non è riuscito a proteggerle”
Piero Marrazzo, giornalista ed ex presidente della Regione Lazio presenta a Domenica In il suo libro “Storia senza eroi”, edito da Marsilio e scritto insieme alle sue tre figlie che l’hanno “aiutato a rialzarsi dalla caduta” quando nel 2009 venne in compagnia di una prostituta transessuale in un appartamento di via Gradoli, filmato da carabinieri poi condannati per averlo ricatta toon un video che fu definito “compromettente”. Un filmato, che non fu mai diffuso pubblicamente, trovato durante un blitz dei militari dell’arma.
Un caso che lo costringe alle dimissioni e che segna per sempre la sua vita e quella della sua famiglia: “Non ho commesso reati – ha detto Marrazzo – ero una vittima”. Un racconto scritto assieme alle su tre figlie, in cui oltre al dolore vissuto dalla famiglia, ricorda anche la vicenda di suo fratello Riccardo, “al quale è stato negato il diritto di essere figlio”.
Marrazzo i due matrimoni e le tre figlie
Marrazzo è stato sposato due volte, la prima con Isolina Fiorucci da cui ha avuto due figlie, Giulia (giornalista) e Diletta (avvocato). La seconda volta con la collega Roberta Serdoz dalla quale è nata Chiara. Proprio nel 2009 la coppia si è separata.
Marrazzo, la forza e il racconto figlie
Le figlie di Piero Marrazzo hanno contribuito con alcune riflessioni al libro, rivelando una profonda e intensa rabbia d’amore nelle loro parole. Giulia scrive: «Abbiamo protetto senza mai essere state protette». Diletta riflette: «Avrei voluto che quel giorno ti fossi fermato di più, che mi spiegassi meglio cosa era successo e perché avremmo dovuto affrontare tanta crudeltà». Chiara ricorda: «Avevo solo otto anni e non mi sono sentita una vittima, ma in qualche modo colpevole».
Marrazzo racconta come l’affetto delle sue figlie lo abbia aiutato a comprendere che la sua vita, e quella della loro famiglia, non si poteva ridurre a un semplice “scandalo”, ma era molto di più. «Le loro parole sono state potenti, non mi hanno risparmiato nulla, né io lo avrei voluto. E non hanno risparmiato neppure la società che ci ha trattati in quel modo, affinché ciò non si ripeta. Ora mi sento fortunato e forte, perché ho il loro amore. Mi hanno insegnato che un padre può essere perdonato, anche se non è riuscito a proteggerle».
Giulia, Diletta e Chiara ricordano con crudezza quei mesi pieni di dolore, descrivendo la sofferenza senza addolcire i toni. Non risparmiano nulla a loro stesse, né a Piero, né a chi li ha feriti con parole sprezzanti, a chi ha condiviso quelle offese, a chi le ha tollerate con indifferenza o persino con compiacimento.
Giulia Marrazzo: “Non ho mai nascosto il mio cognome”
Giulia ha dichiarato con fermezza: «Piero Marrazzo è mio padre, e non mi sono mai nascosta, ho sempre detto il mio cognome a voce alta. Il dolore che ho vissuto non dipendeva dalle sue azioni, ma dall’ondata di attacchi che ha seguito lo scandalo che ci ha travolti. Giudicare le vite private e personali è una malattia della nostra società, e vorrei che chiunque sia preso di mira, per qualsiasi ragione, sappia che non è solo».
Marrazzo nel suo libro racconta alcuni istanti della notte in cui il caso stava per diventare di pubblico dominio: “Imboccai i corridoi: stavo uscendo di scena, ma loro non lo sapevano. Arrivato a casa, andai subito a dare il bacio della buonanotte a Chiara, la figlia più piccola, e dopo sentii al telefono le altre due, Giulia e Diletta: vivevano in un’altra casa con la madre Isolina, la mia prima moglie. Avevo paura di perderle, sapevo che un giorno avrei dovuto affrontare con loro ciò che era accaduto, parlare di me. Subivo una pressione fortissima, il tempo era scaduto”.
Chi è Piero Marrazzo
Piero Marrazzo è un giornalista e conduttore televisivo. 66 anni, è nato a Roma. Diventa giornalista ispirato dal padre che esercitava la stessa professione e spesso lo portava con sé in redazione. Ha studiato Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma, ma presto si è avvicinato alla politica, entrando nell’area socialista riformista. Dopo la laurea, è entrato in Rai, dove ha lavorato per vent’anni, inizialmente come conduttore e inviato per il TG2. Successivamente, è stato nominato direttore del Tg Regione Toscana e si è occupato del programma Cronaca in diretta. Dal 1997 al 2004, ha condotto il talk show d’inchiesta Mi manda Raitre. Nel 2004, Marrazzo ha fatto il suo ingresso ufficiale in politica candidandosi come presidente della Regione Lazio all’interno della coalizione di centrosinistra L’Unione, vincendo le elezioni nell’aprile 2005 con il 50,7% dei voti. Tuttavia, a seguito dello scandalo, nell’ottobre del 2009, è stato costretto a dimettersi.
Marrazzo ha spiegato di conoscere bene le dinamiche della comunicazione mediatica, che a suo dire lo hanno messo all’angolo. Sull’episodio ha raccontato: “Mi ero occupato di sanità e gestione dei rifiuti, due ambiti delicati che chiunque tocchi rischia grosso, e non c’era mai stato alcun sospetto o inchiesta nei miei confronti. Ma a causa della mia visibilità, mi chiesero di fare un passo indietro. Il mio operato in Regione non era messo in discussione. Bersani e Franceschini mi suggerirono di dimettermi per ragioni di opportunità, e io accettai. Non porto rancore nei loro confronti. Giorgio Napolitano mi disse: ‘Ti sono vicino come uomo, hai preso la decisione giusta’. Sono convinto che, se avessi frequentato una prostituta donna, la reazione sarebbe stata di gran lunga meno severa.”
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