Sfortunatamente ogni anni decine di turisti, tra le migliaia che visitano il sito archeologico, portano a casa un “souvenir”. Pietre e piccoli pezzi della città che vengono rubati come ricordo. Ma da diversi mesi qualcosa si è invertito e adesso numerosi turisti terrorizzati stanno inviando in Italia i reperti archeologici trafugati accompagnati da lettere di scuse. Tutto a causa della cosiddetta Maledizione di Pompei.

“Ho il cancro e i medici mi hanno detto che è sfortuna”

“Non sapevo che non avrei dovuto prendere delle pietre. Nel giro di un anno mi sono accorta del cancro. Sono giovane e sana e i medici dicono che è solo sfortuna. Per favore accetta le mie scuse e questi pezzi. Mi dispiace, non sapevo della maledizione” questo il contenuto della lettera choc inviata al direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel e postata su X.

La risposta del direttore Gabriel Zuchtriegel

Caro anonimo mittente di questa lettera… le pietre pomice sono arrivate a Pompei… ora in bocca al lupo per il tuo futuro & in bocca al lupo, come diciamo in Italia» è il messaggio che Zuchtriegel ha diretto al turista con la speranza di ridargli fiducia per un futuro in salute.

“Persone sono morte in un modo così orribile”

“Ho preso alcuni tasselli quando ho visitato Pompei nel 2005. Ero giovane e stupida. Volevo avere un pezzo di storia che nessuno poteva avere. Non ho effettivamente pensato o realizzato cosa stessi prendendo. Ho preso un pezzo di storia cristallizzato nel tempo e che in esso ha tanta energia negativa. Persone sono morte in un modo così orribile e io ho preso tasselli legati a quella terra di distruzione. È da allora che la sfortuna ha giocato con me e la mia famiglia” questo il contenuto di un’altra lettera inviata qualche mese fa al titolare di un’agenzia viaggi che l’ha poi portata ai carabinieri. A distanza di anni Nicole, 36enne, canadese, restituisce il bottino e chiede perdono. Nel 2005 visitò Pompei, aveva 21 anni e pensò bene di rubare alcuni pezzi antichi dal sito come preziosi souvenir di visita dagli scavi.

“Possano le loro anime riposare in pace”

In un’altra lettera si legge: “Vi restituisco queste pietre che io e mia moglie abbiamo preso mentre visitavamo Pompei e il Vesuvio nel 2005. Le abbiamo prese senza pensare al dolore e alla sofferenza che queste povere anime abbiano provato durante l’eruzione del Vesuvio e la morte terribile che hanno avuto. Siamo dispiaciuti e per piacere perdonateci per aver fatto questa terribile scelta. Possano le loro anime riposare in pace. Chiediamo il vostro perdono”.

 

Redazione

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