Cinquecentomila euro di risarcimento dal ministero della Salute. La corte d’Appello di Roma, V sezione Civile, ha confermato la sentenza di condanna del 2018 che costringe il ministero a risarcire un uomo, residente a Rieti, per i danni subiti per decenni. All’uomo, infatti, nel 2012 era stato diagnosticato il virus HCV, che colpisce e distrugge le cellule del fegato, che causa l’epatite C. Una malattia legata a una trasfusione con del sangue infetto effettuata sull’uomo nel 1975.

Il caso a Roma, uomo positivo a epatite C

Nel lontano 1975, l’uomo è stato contagiato da sangue infetto durante due interventi chirurgici al rene sinistro, effettuati all’Istituto di Clinica Chirurgica dell’Università di Roma La Sapienza nel 1975. All’epoca l’uomo aveva neanche 30 anni. La scoperta dell’epatite C era arrivata nel 2012 grazie ad alcuni esami medici di routine. L’infezione si è evoluta in cirrosi epatica e in epatocarcinoma. Due anni più tardi, nel 2014, la Asl di Rieti aveva di fatto riconosciuto il collegamento tra la malattia e le trasfusioni di 37 anni prima. Secondo quanto scritto sulla copia degli esami eseguiti sul sangue donato e usato nelle operazioni del 1975, infatti, era emerso che le sacche utilizzate non avevano avuto nessuna analisi preventiva. Un caso, purtroppo, non raro. Per questo l’uomo ha chiesto un risarcimento.

Il risarcimento

Il caso è stato seguito dagli avvocati Pietro Frisani e Chiara Del Buono, dello studio legale Frisani di Firenze. Sono proprio i legali ad aver ricostruito la vicenda con una nota. Dopo la richiesta di risarcimento, nel 2017 il consulente tecnico d’ufficio del Tribunale aveva riconosciuto una forte riduzione dell’integrità psicofisica all’uomo, che tra l’altro dovrà sottoporsi nel prosismo futuro a un trapianto di fegato. Proprio questo aspetto è stato tenuto in considerazione dalla Corte di Appello di Roma nel quantificare il risarcimento. Gli avvocati Frisani e Del Buono si sono dichiarati “estremamente soddisfatti per il riconoscimento delle ragioni del proprio assistito anche in sede di appello, ottenute dopo una lunga battaglia legale“.

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