A tredici giorni dal voto prende il via il rush finale della campagna elettorale.  Il ‘O la va o la spacca’ di Giorgia Meloni è stato il colpo di pistola che ha risvegliato i fronti, ma tenendo a mente i risultati degli ultimi sondaggi non penso che accadrà nulla di sostanziale. Chi governa resterà lì a farlo, potranno però esserci aggiustamenti e fibrillazioni. Nel centrodestra ad esempio, sarà l’entità della sconfitta di Salvini a determinare l’avvio di un processo attorno alla Lega che potrebbe riguardare anche il destino della leadership; e il combinato disposto tra voto della Lega e voto di Forza Italia (che si preannuncia buono) potrebbe provocare qualche cambiamento nel governo.

La prova in Europa

Il fronte europeo è una prova anche per la Premier, e ne sta dando dimostrazione in questi giorni in cui si sta impegnando molto di più sul lato elettorale, perché se il risultato del voto per FdI dovesse arrivare al di sotto del 26% (lo score nel 2022) potrebbe aumentare il nervosismo all’interno del governo e della maggioranza. E poi c’è il tema referendum sul Premierato. Se Meloni dovesse rivolgersi al popolo prima del 2027 diventerebbe un quesito sul suo operato, e se per caso lo perdesse il giorno dopo per l’esecutivo sarebbero guai. La premier però è furba. Agita il drappo ma in realtà vuole evitarlo a tutti i costi prima del voto politico.

L’asticella di Elly, Calenda e Renzi

Anche nel centrosinistra c’è un’asticella per Elly Schlein, quella del 20% che segnerà in alto o in basso gli umori del Pd, ma per i dem a contare saranno specialmente le elezioni amministrative (ricordiamo che Firenze andrà al voto), e se la Schlein farà un buon risultato, tenendo a distanza i cinque stelle, cosa secondo me plausibile, non dovrebbero esserci pericoli per la sua leadership. Poi c’è il piccolo gruppo delle forze minori di centro che si giocano il 4%. Se raggiungono la soglia potranno dire la loro. Calenda dentro il centrosinistra, Renzi a cavallo delle due coalizioni e soprattuto in Europa perché è lì che intende giocarsi le sue carte.