Erano nascosti nella casa del padre a Melito
Presi marito e moglie latitanti da 11 anni, erano i “banchieri” dell’alleanza di Secondigliano
Uniti nel matrimonio, nella camorra e nella latitanza. Ma la fuga, durata 11 anni, di Massimiliano Lettera e Giuseppina Bernardi, 55 e 53 anni, è finita all’alba, quando alle 4 in punto i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno bussato alla loro porta. Dormivano in una delle camere che Ciro Bernardi, padre di Giuseppina, aveva riservato loro nella sua abitazione di Melito.
Marito e moglie erano i “banchieri ombra” dell’alleanza di Secondigliano. Erano latitanti da 11 anni. I militari hanno monitorato quell’abitazione per molto tempo, appostandosi ai quattro angoli alla ricerca di un indizio che gli permettesse di fare irruzione e concludere una latitanza decennale. Li hanno sorpresi mentre dormivano nell’appartamento di Ciro Bernardi, padre di Giuseppina e consuocero del defunto boss fondatore dell’Alleanza di Secondigliano, Gennaro Licciardi.
Per mantenere la loro clandestinità, sui documenti della coppia un timbro di rinnovo posticcio, da loro impresso per evitare di fare bella mostra di sé in un ufficio anagrafe. Dovranno scontare diversi anni di reclusione per riciclaggio aggravato dalle modalità mafiose per favorire l’Alleanza di Secondigliano, effetto di una misura emessa nel 2004: 2 anni e 5 mesi per Lettera, 2 anni e 7 mesi per la consorte. Lettera è stato portato nel carcere di Secondigliano, la moglie in quello di Santa Maria Capua Vetere.
Nei guai anche Ciro Bernardi che li ospitava, arrestato perché sorpreso con patente e carta di identità falsi e per procurata inosservanza di pena avendo favorito la latitanza della figlia e del genero. Per lui i domiciliari in attesa di giudizio. Come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, i documenti di Ciro Bernardi presentavano la sua fotografia, ma i dati del fratello Giovanni. Ma c’è una particolarità. Anche Pietro Licciardi, negli anni della sua latitanza, tra il 1998 e il1999, si era servito dell’identità di Giovanni Bernardi, fratello di Ciro, utilizzandone il passaporto per attraversare i confini e rifugiarsi a Praga dove fu stanato e arrestato nel giugno del 1999.
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