Una spaccatura, l’ennesima, che mostra ancora una volta lo stato in cui versa la magistratura italiana. La Commissione per gli incarichi direttivi del Csm si è divisa sulla scelta dell’erede di Federico Cafiero De Raho, il procuratore nazionale antimafia andato in pensione per limiti d’età lasciando il suo posto senza un ‘titolare’ dallo scorso febbraio.

Il plenum riunito questa mattina ha infatti indicato una rosa di tre nomi, con numeri sorprendenti. Il favorito della vigilia è stato infatti quello meno votato: una sola preferenza è stata espressa infatti per Giovanni Melillo, procuratore di Napoli.

Due voti a testa invece per il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e a Giovanni Russo, procuratore aggiunto alla procura nazionale antimafia.

Per Melillo ha votato la togata di Area Alessandra Dal Moro; per Gratteri invece sono arrivati i voti del togato Sebastiano Ardita e il laico in quota M5S Fulvio Gigliotti; per Russo il consigliere di Magistratura Indipendente Antonio D’Amato e il laico di Forza Italia Alessio Lanzi. Astenuto invece il consigliere di Unicost Michele Ciambellini.

Dopo la stesura delle motivazioni delle tre proposte da parte dei relatori e il ‘concerto’ della Guardasigilli Marta Cartabia, la pratica sulla nomina del nuovo procuratore nazionale antimafia sarà inserita all’ordine del giorno di uno dei prossimi plenum del Csm.

Nessun voto oggi è stato espresso nei confronti degli altri magistrati che avevano presentato domanda: si tratta del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro (diventato celebre per le sue indagini contro le ong nel Mediterraneo) quello di Messina Maurizio De Lucia e quello di Lecce Leonardo Leone De Castris. Tra le candidature ritirate quelle di Francesco Lo Voi e Marcello Viola, diventati capi rispettivamente degli uffici inquirenti di Roma e Milano.

Avatar photo

Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.