I Radicali denunciano il ministro Bonafede e il capo del Dap Basentini per procurata epidemia. «Il Partito Radicale – recita la nota – ha oggi inviato a tutte le procure della Repubblica una denuncia nei confronti del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Francesco Basentini. Il reato ipotizzato è quello di procurata epidemia colposa mediante omissione». La denuncia è stata presentata dai dirigenti del Partito Maurizio Turco, Segretario; Irene Testa, Tesoriere, Rita Bernardini e Giuseppe Rossodivita, membri del Consiglio generale.

In contrasto con il distanziamento sociale adottato per contenere l’epidemia, scrivono i Radicali, il Dap ha ordinato agli agenti penitenziari, di «continuare a prestare servizi (ndr. a contatto con i detenuti) anche nel caso in cui abbiano avuto contatti con persone contagiate o che si sospetti siano state contagiate». Il ministro Bonafede invece, «con colpa, dovuta ad imperizia ed imprudenza», «ha scelto di proporre interventi del tutto inadeguati quanto al mondo penitenziario – gli unici adeguati allo stato sono rappresentati dal distanziamento sociale come la Comunità scientifica mondiale sta da settimane ripetendo», «pur di non rinunciare all’identità politico/elettorale del suo partito di riferimento in materia di giustizia».

Intanto il disagio per i provvedimenti di Bonafede cresce. Nelle carceri monta la rabbia, soffocata nella violenza. «Grande preoccupazione per le numerose segnalazioni di violenze e abusi che sarebbero stati perpetrati ai danni di persone detenute a noi arrivate negli ultimi giorni». A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. «Le segnalazioni – sottolinea Simona Filippi, avvocato dell’associazione – hanno riguardato alcune carceri, tra le quali quella di Milano-Opera. Dove ben otto diverse persone (madri, sorelle, compagne di detenuti) si sono rivolte ad Antigone raccontando quanto sarebbe stato loro comunicato da congiunti o altri contatti interni.

Le versioni riportate, che parlano di brutali pestaggi di massa che avrebbero coinvolto anche persone anziane e malati oncologici e che avrebbero portato a mascelle, setti nasali e braccia rotte, risultano tutte concordanti». Tali azioni violente sarebbero avvenute, in tutte le carceri interessate, in momenti successivi a quelli in cui sono stati attuati gli interventi per far fronte alle rivolte che hanno coinvolto 49 istituti penitenziari.

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