La sovranità dà i suoi frutti nella pace e nel progresso. Ma quando la sovranità è scippata con la violenza delle armi e delle parole, allora il laborioso homo faber non può far che difendersi e difendere la propria terra. Questa è stata la tragedia dell’Ucraina che chiedeva di entrare nella famiglia dei Paesi europei e che è stata costretta a difendersi con le armi. Sembrava che soccombesse alle armate di Vladimir Putin, ma appena sono stati sbloccati gli aiuti americani, la Russia ha perso il suo slancio ed è sotto il fuoco ucraino in Crimea.

È stato sufficiente l’arrivo dei missili ATACMS e lo scenario è cambiato che capovolge le previsioni e suscita una curiosità: che cosa diranno nell’ora dei talk gli spiritati fantasmi del Partito filorusso che fino a ieri intimavano all’Ucraina di arrendersi? Gli ucraini vincono e stanno rendendo la vita molto precaria tra gli occupanti russi. La cui avanzata sembrava inarrestabile grazie a una produzione spropositata di armi. E sembrava che Putin stesse per vincere grazie ai cinesi che forniscono elettronica in cambio di petrolio. L’aggressore ora perde e speriamo che seguiti a perdere.

Nessuno sa come finirà questa tragedia scatenata da una ambizione imperialista e gli ucraini sono morti nel tritacarne a un ritmo triplo rispetto a un anno fa. Ma non hanno dato retta ai consigli dei gatti e delle volpi dei talk show italiani e non si sono arresi. Quando Hitler invase la Polonia il primo settembre del 1939, subito grandi folle di pacifisti riempirono le piazze di Parigi, Londra e New York gridando il loro sdegno. Ma non erano sdegnati per gli invasori nazisti. No, erano sdegnati dalle dichiarazioni di guerra francese e tedesca ad Hitler in sostegno della Polonia. La memoria di quei pacifisti non è sopravvissuta alla loro vergogna ma è affondata nell’oblio, che è il buen retiro di chi non distingue fra verità e propaganda.

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.