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Radio Radicale, bufera sui fondi in Manovra. Di Maio: “Diamoli ai terremotati”
Si riaccende la polemica su Radio Radicale. Dopo le anticipazioni sulla bozza della Manovra del governo, che prevede una proroga per il periodo 2020-2022 del regime convenzionale con l’emittente radiofonica per il costo complessivo di 24 milioni di euro, è scoppiata la bagarre.
I SOLDI AI TERREMOTATI – Ad alimentarla per primo è stato il ministro degli Esteri e capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, che parlando dei finanziamenti che dovrebbero essere stanziati nella prossima Legge di Bilancio per Radio Radicale ha chiesto di “darli ai terremotati”, aggiungendo che della questione si parlerà al vertice di governo in programma oggi.
LA “PORCATA” – Sui soldi che permetterebbero la sopravvivenza della storica radio è seguito a ruota l’affondo del ‘Blog delle stelle’, che ha definito lo stanziamento previsto in Manovra “una porcata” che il Movimento vuole bloccare in Parlamento. Non solo. Il blog ufficiale dei grillini ha lanciato anche un sondaggio tra i militanti all’hashtag #24milioniper: “Utilizzatelo per fare sapere a noi, ma soprattutto a chi voterà questa porcata, come volete che vengano spesi i vostri soldi”.
LE REAZIONI – L’uscita del leader grillino ha provocato un coro di reazioni contrarie. A scagliarsi contro le dichiarazioni di Di Maio è Deborah Bergamini, vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera: “Proponendo di tagliare i fondi a Radio Radicale, il Movimento 5 Stelle non fa altro che confermarsi fonte inesauribile di propaganda, la stessa con cui da anni cavalca ogni tragedia mal gestita dallo Stato – scrive la parlamentare di Forza Italia – Non è togliendo risorse al finanziamento di Radio Radicale che si accelera la ricostruzione delle zone terremotate. Radio Radicale è una voce libera e indipendente e in quanto tale, cardine del corretto svolgimento della vita democratica del Paese. Se il Ministro Luigi Di Maio vuole guardare nelle tasche di qualcuno, guardi nelle proprie: solo nel 2018 i parlamentari grillini hanno versato quasi 700mila euro alla piattaforma privata Rousseau – già multata due volte per uso illecito dei dati personali degli utenti. Perchè non destinare questi soldi al finanziamento di tutte le fonti di informazione? Forse perché non sono manipolabili come Rousseau?”. Di dichiarazioni “vergognose” parla invece il senatore del Pd Roberto Rampi, ‘collega’ di governo dello stesso Di Maio.
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