La pista più battuta dagli investigatori è quella della vendetta. Ci sarebbe questo dietro l’agguato subito sabato  pomeriggio da un commerciante dei Quartieri Spagnoli, impegnato in un’attività della ristorazione nota anche nell’ambiente della Movida: l’uomo, poco prima dell’apertura, è stato raggiunto da tre persone in sella a uno scooter che gli hanno sparato alle gambe, ferendolo ad un piede.

La vittima, lo scrive oggi Il Mattino, è uno zio del ragazzo di 16 anni arrestato e tradotto nel carcere minorile di Nisida nei giorni scorsi per aver sfregiato l’ex fidanzatina di 12 anni. Una storiaccia che aveva ‘meritato’ le prime pagine di tutti i quotidiani: il ragazzo, nel corso dell’interrogatorio, ha detto che l’aggressione ai danni dell’ex è scattata d’impulso, senza una premeditazione, per alcune foto pubblicate sui social che ritraevano la ragazzina insieme con un altro giovane.

Il 16enne aveva spiegato che l’incontro, quella notte, era stato del tutto casuale: i due si erano incrociati mentre erano in scooter. Lui le aveva chiesto spiegazioni su quei post, ritenendo che stessero ancora insieme e che l’avesse tradito. Ne era nata dunque una discussione culminata con un fendente inferto non con un coltello, ha spiegato, ma con un taglierino che teneva agganciato alle sue chiavi.

Nessun tentato omicidio, nessuna premeditazione, come peraltro confermato dalla stessa 12enne nella sua versione dei fatti ai carabinieri subito dopo il ferimento: “Ci siamo incontrati per caso poco prima dell’una. Non era un appuntamento organizzato e non mi stava aspettando sotto casa. Ci siamo incrociati, io ero in motorino con la mia amica Jasmine (anche lei dodici anni, ndr) ma lei (Jasmine) aveva la ritirata (doveva rientrare a casa entro l’una di notte, ndr) e quindi dopo essere stati nella piazzetta di Materdei con gli amici, stavamo tornando a casa. A quel punto incrociamo un motorino e riconosco che a bordo di questo Sh, seduto dietro, c’era il mio ex fidanzato e dico a Jasmine: gira di qua a destra, non ho voglia di parlarci. E facciamo quella strada che io conosco come Avvocata. Dopo un po’ mi accorgo che erano dietro di noi, avrà fatto sicuro un’inversione di marcia, Jasmine frena e si ferma, lui scende e mi colpisce la faccia con una lama piccola. Non so dire cos’era, era buio, ma di sicuro non era un coltello da cucina“.

Al 16enne viene contestato l’articolo 583 quinquies del codice penale, reato che punisce con la reclusione fino a quindici anni chi viene condannato per avere provocato una deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso.

Una versione evidentemente che nel quartiere non è ‘passata’: da qui l’ipotesi di una vendetta nei confronti dello zio del ragazzo, che in passato non aveva mai denunciato minacce o richieste di natura estorsiva. L’agguato subito sembrerebbe dunque riconducibili ad una ritorsione per quanto commesso dal nipote. Al momento comunque si resta nell’ambito delle ipotesi: toccherà agli investigatori, la Squadra Mobile della Questura, fare le verifiche del caso.

 

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia