Una rapina, violenze sessuali, una sorta di sequestro, sevizie. Tutto questo in una sola aggressione, quella che si sarebbe consumata a Roma lo scorso fine-settimana e per la quale due ragazzi giovanissimi sono stati arrestati, trasferiti in un centro di detenzione minorile. Caso che potrebbe essere ancora più grave considerando che la vittima è un ragazzo di 17 anni. Gli abusi si sarebbero consumati a casa di quest’ultimo, dove i due lo avevano costretto a portarli. Dell’aggressione sarebbe stata vittima quindi anche la madre del 17enne.

Sul caso indagano indagano gli agenti del commissariato Viminale e del commissariato Sant’Ippolito. La ricostruzione appare ancora da chiarire, a tratti confusa e non definita. Gli investigatori stanno valutando tutti gli elementi a disposizione e interrogando le vittime. Qualora dovesse essere confermata la vicenda, si tratterebbe di un caso di inaudita e sadica violenza, ben al di là del movente economico che può portare alla realizzazione di una rapina.

Il 17enne ha raccontato che nella notte di sabato scorso stava andando a recuperare la sua minicar in una strada di Centocelle. Gli aggressori lo avrebbero pedinato, accerchiato e aggredito. Lo avrebbero minacciato, sollecitato a dargli il bancomat. In tutto avrebbero recuperato 200 euro dopo averlo costretto a prelevare. Non contenti gli avrebbero chiesto di portarli a casa sua, a Casal Monastero, periferia est della Capitale. Non è chiaro come l’avrebbero convinto. La vittima ha raccontato che proprio a casa sua, in via Ottaviano di Montecelio, sarebbe stato costretto a subire un rapporto sessuale dai due coetanei.

La Repubblica Roma scrive che nell’appartamento sarebbero stati rubati diversi oggetti. La madre, 53enne, invece avrebbe subito sevizie. “Anche io sono stata molestata”, riporta le parole Agi. I due, 18 e 17 anni, di nazionalità tunisina, sono fuggiti dopo le violenze. Qualche ora più tardi sono stati rintracciati dalla polizia mentre si aggiravano in via dell’Amba Aradam e fermati per concorso in rapina aggravata e violenza sessuale. Non è chiaro se con loro ci fossero anche altri complici, soprattutto nel momento della prima aggressione.

Al momento delle violenze il padre del 17enne non era in casa. Sarebbe stato lui, come ricostruisce Il Corriere della Sera, a tracciare il gps dello smartphone del figlio che gli aggressori avevano rubato. La collaborazione dell’uomo è risultata determinante per risalire ai due che sono stati portati in un centro di detenzione minorile a disposizione della procura dei minori. Sono stati interrogati per tutta la notte. La donna è stata portata in ospedale per le visite diagnostiche.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.