Serie A
Roma, i Friedkin aspettano ancora per l’esonero di Juric. Colloqui continui: la squadra affonda ma la proprietà non ha fretta
È passata solo una settimana dal sonoro 5-1 rifilato dalla Fiorentina alla Roma. Una debacle che ha smesso di far rumore dopo la vittoria della squadra di Juric sul Torino (1-0), soppiantata da una nuova gara persa, ieri a Verona. Un 3-2 che ha certificato la nona trasferta consecutiva senza vincere, così come non accadeva tra il ’99 e il 2000, eguagliando lo score di 13 punti in 11 partite visto nel 2004/2005, anno in cui Trigoria vide susseguirsi di quattro allenatori, quando mai come allora la Roma rischiò la Serie B.
Roma, i colloqui dei Friedkin per il nuovo allenatore
Se il cambio in panchina del malcapitato Juric, scelto da Lina Souloukou (poco prima che le venisse consigliato di dimettersi) e mai voluto da nessuno, sembrava cosa scontata dopo la goleada viola, i Friedkin non sembrano intenzionati a cambiare neppure all’indomani dell’ennesima umiliazione. Forse la settimana di lavoro non è bastata per farsi consigliare un sostituto all’altezza, forse i tanti impegni ravvicinati (giovedì in programma l’Europa League) impongono calma, ma la Roma ha già aspettato abbastanza. Nessuno ha più fiducia in Juric, ma i casting non arrivano mai alla fine.
I Friedkin aspettano di toccare il fondo
Un retroscena della La Gazzetta dello Sport ricorda come subito dopo l’esonero di De Rossi fosse stato offerto Tuchel, a cui i Friedkin avrebbero preferito il traghettatore croato. È un ex pilota americano invece il mister x di queste ore. Ed Shipley, braccio destro del presidente, sarebbe diventato nei mesi scorsi gli occhi e le orecchi della carica più importante societaria. Stanziato a Roma, su cui i proprietari non atterrano. E la loro localizzazione è anche un riferimento per future rivoluzioni. Al momento sono a Parigi ma per esonerare, firmare e cambiare il quarto allenatore della gestione, sarà forse necessario palesarsi. I tifosi aspettano, e si aspettano una reazione.
Fiducia in Juric, d’altronde, non ce l’ha mai avuta nessuno, soprattutto da quando il mister diventato famoso per il suo linguaggio diretto, iniziando a sostenere che la squadra giocasse bene in palese contraddizione con quanto visibile in campo. Il croato è afflitto da un forte dolore professionale e non pensa neppure al passo indietro. Forse ha ancora fiducia nella squadra, forse la Roma non ha ancora toccato il fondo.
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