In Ucraina, le truppe di Mosca sono supportate da una vasta gamma di compagnie militari private e da migranti provenienti da vari paesi. L’unità cinese della Brigata internazionale Pyatnashka ai comandi dell’Armata russa si rafforza sempre più grazie all’incessante arrivo di nuovi mercenari. La notizia è rimbalzata in rete in questi giorni quando Pavel Kukushkin, un corrispondente militare russo, ha diffuso un video sul suo canale Telegram che mostra due uomini seduti a un tavolo, uno di fronte all’altro, mentre comunicano in russo e cinese tramite un traduttore elettronico vocale. Combattono al fianco dei 15 mila nepalesi anch’essi reclutati nella Legione straniera di Putin, attirati dal cospicuo salario promesso: dai 2 ai 4 mila dollari al mese versati su un conto corrente russo e la promessa della cittadinanza, ambita per chi lascia il Nepal, uno dei paesi più poveri del mondo.

Le leggi nepalesi vietano di servire in forze armate straniere con l’esclusione degli eserciti indiano e britannico che arruolano ogni anno una aliquota di Gurkha nepalesi. Il governo di Kathmandu ha ammesso la presenza di volontari nepalesi al fianco dei russi, ma sostiene che siano circa 200. Ma un’inchiesta della CNN rileva che questi numeri sono molto sottostimati. A febbraio l’ex ministro degli Esteri e oggi deputato di opposizione Bimala Rai Paudyal ha detto in Parlamento che i combattenti nepalesi nella guerra europea sono tra le 14 e le 15 mila unità e centinaia sono i dispersi. Putin è sotto la crescente pressione di vertici del Cremlino che spingono all’adozione di un approccio più aggressivo nella guerra contro l’Ucraina e per una mobilitazione su vasta scala per potenziare la forza militare e di lavoro che si sta notevolmente riducendo per effetto delle gravi perdite umane nella guerra contro Kyiv che è entrata nel suo terzo anno e che si prospetta ancora molto lunga.

La campagna di reclutamento di Mosca all’interno dei suoi confini sembra dare scarsi risultati e lo scorso autunno l’intelligence britannica ha scoperto che la Russia è impegnata a reclutare soldati nei paesi vicini. Anche i lavoratori migranti vengono arruolati per combattere in Ucraina. Mosca ha evitato una nuova impopolare chiamata interna in questo periodo elettorale. Oltretutto secondo la propaganda del Cremlino, la Russia non sta conducendo una guerra, ma un’operazione militare speciale su scala limitata e dunque non si giustificherebbe un’ulteriore chiamata alle armi. Per questo scopo vengono arruolati cittadini siriani, cubani, armeni, kazaki, cinesi, malesi, nepalesi, singalesi, indiani, bielorussi, serbi, miliziani di altri paesi e anche carcerati, addestrati da ex membri della Wagner, inseriti nel reparto Storm-Z che di fatto è un battaglione formato da soldati in punizione che sono mandati al massacro in prima linea al grido di “libertà o morte”.

Fu il defunto capo della Wagner, Prigozhin, a reclutare per primo i galeotti da inserire nelle truppe Storm-Z, un reparto in cui viene spedito chi disobbedisce o commette reati sotto le armi, come avveniva nella Stalingrado nel 1942. I soldati di Storm-Z, che nel nome ha la lettera diventata simbolo dell’invasione dell’Ucraina, ricevono un addestramento ed un equipaggiamento rudimentale e sono noti per essere spietati nel combattimento ravvicinato. Gli ucraini definiscono le cariche di fanteria di questi reparti come “attacchi di carne”. Il Centro nazionale di resistenza ucraino, sostiene che malesi, cinesi e indiani sono stati visti combattere per la Russia nella regione occupata del Donetsk. Gli alti tassi di disoccupazione in India stanno portando i giovani disoccupati verso zone di guerra. Anche il Ministero degli Esteri di Cuba ha rivelato di aver scoperto una rete di traffico di esseri umani da spedire sul fronte ucraino. Vengono reclutati attraverso gruppi di social media, incluso Facebook. L’annuncio promette un reddito mensile di 204.000 rubli (2.090 dollari) e la possibilità di ottenere la cittadinanza russa se si firma un contratto di 12 mesi. Gli annunci online sono rivolti anche ai cittadini dell’Armenia e del Kazakistan ai quali viene offerta una somma mensile iniziale di 5.140 dollari. La presenza di immigrati dai vicini paesi asiatici alla ricerca di un umile lavoro, evidenzia la loro vulnerabilità: ingannati, sfruttati, costretti a diventare soldati e inviati a combattere al confine con l’Ucraina. Si tratta di persone spesso non addestrate che non hanno mai visto un’arma nella loro vita, spediti al fronte mal equipaggiati e a temperature inferiore ai meno 30° Celsius.