L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha visto un nuovo scontro, questa volta soltanto diplomatico, fra Marocco ed Algeria. Il tema dell’acceso confronto è stato ancora una volta il Sahara Occidentale. Questa regione, un tempo colonia spagnola e nota come Sahara spagnolo, nel 1976 è stata divisa fra il Marocco ed in piccola parte la Mauritania. Contemporaneamente il 27 febbraio 1976 fu proclamata la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi, il popolo di origine berbero-yemenita che vive nella regione da secoli al quale la Spagna aveva promesso l’indipendenza. Questa mossa fu orchestrata dal Fronte Polisario (Frente Popular de Liberacion de Saguia el Hamra/Rio de Oro) un movimento nato nel 1973 con l’obiettivo di ottenere l’indipendenza dalla Spagna.

Da qui prese inizio una vera e proprio guerriglia del movimento indipendentista contro il governo del Marocco e della Mauritania. La Mauritania nel 1979 ha firmato un accordo di pace rinunciando alla propria parte di territorio, subito però occupata dall’esercito marocchino. Gli scontri fra Rabat ed il Fronte Polisario, appoggiato negli anni dall’Algeria, che concede anche le basi operative al movimento e finanziato da Gheddafi, sono perdurati fino al 1991 quando è stato firmato un cessate il fuoco con l’arrivo della missione delle Nazioni Unite Minurso, ancora presente nel Sahara Occidentale. Un’entità territoriale è ufficialmente riconosciuta dall’Unione Africana, ma non dalla Lega Araba e nemmeno dalle Nazioni Unite. Questa guerra a bassa intensità si è trascinata per anni, perché il referendum promesso al popolo sahrawi non è mai stato effettuato per l’opposizione del Marocco.

Nel dicembre del 2020 gli Stati Uniti hanno riconosciuto la sovranità di Rabat sul Sahara Occidentale, in cambio di un avvicinamento del Marocco ad Israele. L’Algeria è invece rimasta a fianco del popolo sahrawi e ha chiesto al Palazzo di Vetro di New York che il referendum fosse finalmente organizzato. Algeri ha attaccato il Marocco dichiarando illegale la sua occupazione dell’ex Sahara spagnolo e accusando l’Onu di non aver mai organizzato il referendum promesso nel lontano 1992. Proprio per questi motivi da un paio d’anni il Fronte Polisario ha annunciato la ripresa dei combattimenti, partendo proprio dalle basi algerine. L’ambasciatore marocchino ha riposto duramente accusando l’Algeria di essere inopportuna accusando un paese che ha appena subito una catastrofe. L’ambasciatore Omar Hilale ha anche ribadito la posizione di Rabat che recita che il Marocco è nel Sahara occidentale e ci resterà fino alla fine dei tempi. Una dichiarazione che lascia davvero poco spazio alla trattativa e che potrebbe destabilizzare il Maghreb ancora una volta.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi