Non siamo "la cenerentola d'Europa"
Salvatore Giuliano e la scuola del sud che sfata miti e pregiudizi: “Ora l’intelligenza artificiale nella didattica”
La rubrica “Domani c’è scuola” di Anna Paola Concia, coordinatrice del Comitato Organizzatore di “Didacta Italia”, la Fiera della Scuola più importante del mondo che si svolge in Germania
Salvatore Giuliano, non è un brigante, ma fa parte di quella schiera di innovatori della prima ora che con grande tenacia vogliono cambiare la scuola. Classe 1967, brindisino, laureato in economia, è Dirigente scolastico da sedici anni, dirige una scuola che è diventata un modello: l’IISS Majorana di Brindisi. È stato consigliere di diversi Ministri sui temi del digitale, delle metodologie e della innovazione didattica.
Nel giugno 2018 con il governo Conte I durante il totomonistri, spuntò il suo nome come Ministro dell’Istruzione, ma nella attribuzione dei dicasteri ai partiti divenne Sottosegretario all’Istruzione. Questa rubrica ha anche il compito di sfatare alcuni miti. Uno di questi è che le scuole migliori, le esperienze più innovative siano soltanto nel nord e nel centro Italia. Le esperienze innovative sono distribuite a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale, anche al sud.
Chiedo a Giuliano cosa ne pensa. “Concordo, la differenza la fanno le persone e anche le circostanze che vengono a crearsi. Non è sempre una questione di soldi, è soprattutto una questione di mentalità, se l’idea è buona il finanziamento arriva. Non possiamo sempre nasconderci dietro il fatto che non ci sono soldi, molto spesso vengono utilizzati male”. E infatti con il PNRR di risorse per innovare la scuola ce ne sono molte, anche prima della pandemia furono stanziate molte risorse.
Su questo punto Giuliano è molto chiaro “il PNRR è una grande opportunità e mi auguro che le risorse verranno spese bene, le scuole devono immaginare che scuola vogliono da qui a dieci anni, non farsi prendere dal contingente, perché gli investimenti non possono essere fatti sull’onda tecnologica del momento o del gadget tecnologico, ma chiedersi quali opportunità si vogliono disegnare per i nostri alunni con una scuola innovata. Bisogna capire se si è pronti a fare un salto di metodologia, perché attenzione, non è vero che se in qualsiasi scuola si inserisce la tecnologia si ha automaticamente l’innovazione”.
Una domanda sorge spontanea a questo punto, come possono gli insegnati prepararsi consapevolmente ad un passaggio epocale come questo? Giuliano sostiene che “una formazione fatta bene deve portare i docenti a capire, a vedere come può cambiare la pratica didattica quotidiana, come si possono coinvolgere gli studenti rendendoli parte attiva del loro percorso di apprendimento. Il modello trasmissivo non funziona più per i ragazzi e le ragazze di oggi. La scuola deve essere il luogo dell’apprendimento, non dell’insegnamento. L’insegnamento deve favorire l’apprendimento. Mettendo al centro gli alunni ne risentono positivamente anche gli insegnanti”.
Con Giuliano voglio sfatare un’altra leggenda secondo la quale la scuola italiana è la cenerentola d’Europa (se non del mondo). È appena tornato da Parigi, dove ad un incontro di scuole, ministeri, associazioni, enti dei trentotto paesi dell’area OCSE ha rappresentato l’Italia. “Abbiamo costituito una rete di scuole che discuterà e promuoverà l’innovazione, vogliamo far crescere il numero delle scuole rappresentate da ogni paese. Abbiamo ragionato molto sulla intelligenza artificiale generativa, come può essere convenientemente utilizzata nella didattica. Il quadro che è emerso è che l’Italia è molto avanti su questi temi, e sul tema dell’inclusione di alunni con disabilità siamo decisamente avanti rispetto a paesi considerati performanti come quelli del nord Europa. Anche l’autonomia scolastica italiana è un “unicum” rispetto ad altri paesi dove tutto è centralizzato. L’italia ha fatto una bella figura, siamo stati propositivi, abbiamo avuto un ruolo importante, abbiamo coordinato due gruppi di lavoro. È stato riservato un grande spazio all’Italia. Ho coordinato con gli Stati Uniti una sessione che è andata molto bene”. Ringrazio Salvatore Giuliano, raccontare la realtà per quello che è ci aiuta a cambiarla in meglio, partendo da un dato: la scuola italiana è più in salute di quello che immaginiamo.
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