Consegnata allo zio con l’inganno, che l’avrebbe uccisa e poi nascosto il cadavere, forse sotterrato, gettato in una porcilaia o in un pozzo. È questa la tesi degli inquirenti che indagano sul caso della scomparsa di Saman Abbas, 18enne pakistana con il sogno di diventare italiana, svanita nel nulla a Novellara (Reggio Emilia) nella serata tra il 29 e il 30 aprile scorso. 

“Vai dallo zio”, le avrebbero detto i genitori Shabbar, 46 anni, e Nazia Shaheen, 47 anni. Al termine di quella stradina che corre parallela alla provinciale che va verso Guastalla e il Po ad attendere Saman c’era Danish Hasnain, l’uomo che secondo la Procura ha eseguito materialmente l’omicidio. 

Uno scenario che, secondo il Corriere della Sera, emerge da un secondo video in possesso dei carabinieri e che riprende Saman incamminarsi con padre e madre, che rientrano più tardi nel proprio casolare senza di lei. 

Altra prova dell’omicidio potrebbe arrivare dal fratello 16enne di Saman, attualmente in un centro protetto nel Bolognese: il pm Laura Galli ha chiesto di fissare un incidente probatorio per ascoltare il ragazzino che, sentito dagli investigatori, avrebbe raccontato da subito che la sorella è stata uccisa.

Le motivazioni? La ragazza si rifiutava di sposare il cugino in Pakistan, mentre i genitori volevano impedire alla 18enne di ripetere quanto già accaduto nell’estate del 2020, quando Saman si era allontanata dalla famiglia per rifugiarsi per un periodo in Belgio.

Una ricostruzione dei fatti smentita dai familiari della ragazza. Shabbar Abbas, tornato in Pakistan, intervistato dal Resto del Carlino sabato scorso aveva detto che la figlia “sta in Belgio” e che una volta rientrato in Italia il 10 giugno avrebbe chiarito tutto con i carabinieri”. Non ha invece rilasciato dichiarazioni al Corriere Lalla Gherpelli, avvocato dello zio Danish, che secondo gli inquirenti sarebbe l’esecutore materiale del delitto, col concorso “materiale e morale” di Nazia e Shabbar Abbas.

Redazione

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