Il Kenya è sconvolto dalla violenza e i morti per le strade si contano a decine. L’importante paese che si affaccia sull’Oceano Indiano ha visto nella capitale e nelle principali città una serie di manifestazioni organizzate dall’opposizione contro il caro-vita ed alcuni aumenti di tasse e imposte decisi dal presidente William Ruto. La polizia è accusata da alcuni media di aver sparato sulla folla che stava protestando e le cifre dei morti divergono.

Alcune fonti come il New York Times parlano di oltre 30 morti, altri sono più cauti, ma comunque si contano caduti in tutte le principali città del Kenya. Questa tre giorni di proteste è stata voluta da Raila Odinga, il grande sconfitto alle presidenziali dello scorso anno che non ha mia smesso di accusare Ruto di brogli elettorali. La legge che ha scatenato le proteste è stata approvata a fine giugno e prevede l’aumento di una serie di tasse con l’obiettivo di accrescere il gettito fiscale vista la difficile situazione economica in cui si trova il Kenya che ha già maturato oltre 60 miliardi di dollari di debito.

La protesta era iniziata nelle settimane scorse, ma è poi degenerata con scontri fisici contro le forze dell’ordine schierate in tenuta anti-sommossa. La polizia kenyota parla di oltre 300 arresti e di aver ripreso il controllo di tutte le principali città dove nei giorni scorsi le strade erano state fisicamente occupate dai manifestanti. Per questa tre giorni il governo di Nairobi ha chiuso le scuole e ha dichiarato illegali tutte le manifestazioni.

Il presidente Ruto ha giustificato le sue mosse con la necessità di raccogliere denaro, secondo una stima del ministero dell’Economia questi aumenti dovrebbero portare nelle casse statali circa 200 miliardi di scellini ( 1.4 miliardi di dollari) in più all’anno necessari a pagare i debiti contratti dal paese e iniziare alcuni lavori infrastrutturali ritardati ormai da anni. Lo scontro però sembra soprattutto politico perché fortemente personalizzato da William Ruto e Raila Odinga.

Il leader dell’opposizione è stato sconfitto ben cinque volte alle elezioni presidenziali e sta provando a mettere il difficoltà il governo usando la piazza. Fra gli arrestati ci sono anche alcuni deputati dell’opposizione, mentre è stata subito smentita la notizia dell’arresto di Raila Odinga. Il costo dei disordini è calcolato in oltre 20 milioni di dollari al giorno, un costo che il paese non può davvero permettersi. Un Kenya destabilizzato dalla violenza interna può essere deflagrante per tutta l’Africa orientale e prestare il fianco alle infiltrazioni jihadiste delle formazioni di Al Qaeda attive nella vicina Somalia che più volte hanno colpito il paese.

Avatar photo

Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi