Marco Travaglio ha sempre dichiarato che la politica informativa del suo giornale è semplice: trasparenza, trasparenza, trasparenza. È solo per questa ragione che ci permettiamo di chiedere un chiarimento. Per la trasparenza.

Naturalmente io sono certo che Marroni e Licci, attraverso l’intermediario che avevano incaricato, non riuscirono in nessun modo a condizionare il Fatto. Anche perché conosco un po’  Travaglio, penso di lui tutto il peggio che si possa pensare perché so che è manettaro e forcaiolo come nessun altro in Italia, ma penso anche che sia un tipo al quale piace molto influenzare, e condizionare, e intimidire gli altri, ma che difficilmente si fa condizionare. A maggior ragione vorrei sapere cosa gli hanno detto Marroni e Licci e cosa volevano da lui e in che modo volevano orientare l’atteggiamento del Fatto sull’affare Consip.

Anche perché il Fatto, sull’affare Consip, ha avuto un ruolo di guida, non solo per gli altri giornali ma anche per le Procure. Quindi è molto importante, per capire cosa è successo in quell’inchiesta, sapere cosa volevano, da Travaglio, Marroni e Licci.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.