Uno scherzo telefonico avvenuto il 18 settembre scorso e diffuso nelle score ore da media e canali social russi. La premier Giorgia Meloni, così come capitato in passato al primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, al ministro degli Esteri danese Lars Lokke Rasmussen e all’ex segretario di Stato Usa Henry Kissinger, caduta nella trappola del duo comico russo, ritenuto vicino ai servizi di intelligence del Cremlino. E’ virale lo scherzo dei comici Vladimir Kuznetsov e Aleksei Stoliarov, meglio conosciuti come Vovan e Lexus, alla presidente del Consiglio italiana. Uno di loro si è spacciato per l’attuale presidente dell’Unione Africana, Azali Assoumani, e con Meloni ha parlato di politica internazionale: dalla guerra in Ucraina ai flussi migratori africani.

Uno scherzo che ha colto di sorpresa lo staff della presidente del Consiglio che in una nota fa mea culpa: “L’Ufficio del Consigliere diplomatico del presidente del Consiglio dei ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il presidente Meloni”. Una telefonata avvenuta il 18 settembre scorso “nel contesto dell’intenso impegno sviluppato in quelle ore dal presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu tra il 19 e il 21 settembre”.

Scherzo telefonico a Meloni, la difesa di Palazzo Chigi: “Ribadite posizioni di governo nonostante i tentativi di frasi scomode”

Fonti di palazzo Chigi spiegano poi che “nonostante il tentativo di farle dire frasi ‘scomode’ Meloni ha invece ribadito nella sostanza le posizioni assunte dal governo, pur nei toni consueti di estrema cortesia formale che si tengono in interlocuzioni con rappresentanti istituzionali stranieri”. “Il presidente del Consiglio, nonostante le provocazioni, ha confermato il pieno sostegno all’Ucraina e le politiche italiane di contrasto all’immigrazione illegale”, concludono le fonti.

Redazione

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