Ecco s’avanza uno strano soldato, ma non è la solita guardia rossa che porta alla riscossa la schiava umanità. Nulla di così statuario, anzi un po’ titubante. Stiamo parlando infatti del dottor Marco Tarquinio, ex direttore dell’Avvenire, ingaggiato nella legione straniera del Pd, imbarcato e portato alla vittoria, dunque sotto tutti gli spot, che sarebbero le luci della verità scrutante. Messo per la prima volta sotto quelle luci, anziché abbronzarsi come qualcuno temeva, ha illuminato con il suo pallore una tripletta di “no, no, no” quando il giornalista francese Jozsef gli ha chiesto se una volta a Strasburgo voterà per l’invio delle armi in Ucraina. Tarquinio si inalbera: dare armi agli aggrediti sarebbe come dare acqua agli affogati, un controsenso. O all’invio di armi. Eppure, dall’invasione nazista della Polonia del 1939 il principio secondo cui mai uno Stato può invaderne uno confinante portando morte e distruzione, con i soldati che stuprano le ragazzine e poi le uccidono.

È possibile che Tarquinio pensi che in fondo non sono affari nostri. Se gli chiedono qual è il più bel libro che abbia letto, cita il “Dolore” di Ungaretti e la sua più grande ispiratrice è naturalmente la mamma. Tutto questo è normale, anche troppo, ma insomma, con tutto il rispetto, si può sapere qual è il messaggio subliminale della scelta della Schlein che se lo è capato e l’ha voluto a Strasburgo? Se lo è chiesto anche Paolo Mieli, un maestro nell’accecare la vittima con le bombe di complimenti prima di affondare la lama, quando ha detto: candidare Tarquinio è come candidare Santoro. Lo stesso Santoro che è un dominatore dei dibattiti perché dà sulla voce a tutti parlando sempre e soltanto lui. La Schlein voleva il suo Santoro cattolico? Comunque sia Tarquinio si è subito meritato la photo-op sul La 7 quando si è scontrato col giornalista francese Eric Jozsef, il quale ha prima contestato Tarquinio per aver definito la Nato “un’alleanza offensiva”, quando proprio Svezia e Finlandia due Paesi di antica neutralità hanno supplicato la Nato per essere accolte, come gli ucraini e georgiani, questi ultimi invasi dalla Russia.

Ma Tarquinio è un addestrato disco rotto che ripete il refrain secondo cui la Nato non è un club di nazioni che si sono alleate per fronteggiare il terrore russo, ma sia invece una accolita di briganti. Tutte gli input sono reperibili ogni giorno su YouTube dove il presidente russo fa il giocoliere con le atomiche, così come Charlie Chaplin nel Grande Dittatore giocava con il mappamondo. Del resto, scusate, nella lunga intervista americana Putin a un certo punto ha testualmente detto: “Ma si rende conto che la Polonia costrinse Hitler ad invaderla?”. Il giornalista ridacchia senza capire e Putin: “Sì, la Polonia alla fine della Prima guerra mondiale si era vista assegnare la città tedesca di Danzica. E quando Hitler, con la massima cortesia – ha detto Putin – le richieste indietro, beh, i polacchi costrinsero la Germania ad invadere perché si rifiutarono”.

Su questo passaggio nessuno ha fiatato in Europa. Da noi le sensibilità etiche, come gli intestini, han segmenti irritabili discontinui. Tarquinio afferma di aver condannato in tutti i modi l’invasione russa e di aver simpatizzato con i dissidenti. Peccato che sia stato attento a non diffondere posizioni così azzardate. Capita spesso in campo cattolico di condannare ma in modo sfocato, quasi invisibile, le angherie confessionali e di sacrestia su donne e bambini che hanno mandato in bestia anche Francesco. Ma non si alza troppo la voce. Ora, io, mi schierai al fianco della Georgia invasa e ricevetti a Roma nell’Hotel Plaza la visita di ringraziamento del Presidente georgiano. Poi ne pagai i prezzi. Ma non ricordo Tarquinio, forse ero distratto. A quell’epoca erano tutti molto distratti. Oggi sanno ciò che fanno ma cercano di buttarla in cagnara.

Siamo abbastanza pochi da riconoscerci fra noi, fra coloro che si sono sempre schierati: ieri per la Politkovskaja e poi Navalny, morto in una tomba di ghiaccio. Io ho avuto fra i miei collaboratori assassinati Sasha Litvinenko. Ma Tarquinio davvero si è schierato a difesa di qualcuno? Forse ha detto ma qui stanno esagerando? Non si sa. Putin due giorni era su YouTube ridendo davanti a uno spettacolo con gay e travestiti e commentava: “Questa è la civiltà che vorrebbe dominarci”. Tarquinio e la Schlein hanno nulla da dichiarare. Tarquinio rappresenta un modo di essere di sinistra? Ma allora come mai gli eletti del Partito di estrema destra tedesco Alternative fur Deutschland hanno lasciato il Parlamento per protestare contro l’arrivo di Zelensky? È un contesto in cui Tarquinio si trova a sguazzare col suo “no, no, no” agli aiuti all’Ucraina e alla Nato. Ma la segretaria Schlein che, sapendo tutto, se lo è scelto e lo ha fatto eleggere a Strasburgo, è ancora d’accordo con se stessa?

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.