Quasi 9.500 addetti al magazzino e 15mila driver oggi non parteciperanno, come fanno ogni giorno, a quella filiera che traduce un click su uno schermo in un pacco recapitato a casa, spesso in meno di 24 ore. Oggi i dipendenti di Amazon scioperano in tutta Italia, una tappa storica nelle relazioni tra i sindacati e il colosso dell’e-commerce. L’iniziativa, proclamata da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, si accompagna all’appello rivolto ai consumatori: “Rispettatelo, non comprate per 24 ore”.

Le richieste sul tavolo – riporta Repubblica – sono numerose: una revisione dei carichi di lavoro e dei turni, un corretto inquadramento professionale del personale, riduzione dell’orario di lavoro per i corrieri, buoni pasto, stabilizzazione dei tempi determinati e per i lavoratori interinali, continuità occupazionale e stop al turnover esasperato.

Discussa anche l’indennità Covid: l’attività aziendale in presenza non si è mai fermata, anzi è notevolmente cresciuta proprio a causa della pandemia. Al boom di fatturato non è corrisposta, per i sindacati, una maggiore attenzione per le condizioni dei lavoratori. “Lo sciopero è necessario perché i lavoratori sono stremati, non ce fanno più, e Amazon non risponde alla richiesta di confronto” ha spiegato all’ Adnkronos Michele De Rose, segretario nazionale della Filt Cgil.

La risposta allo sciopero da parte della multinazionale di Jeff Bezos è stata: “Mettiamo al primo posto i dipendenti, offriamo loro un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo, con salari competitivi, benefit e ottime opportunità di crescita professionale”.

“Se dipendesse da me cambierei subito due cose, che sono davvero insostenibili: gli orari dei turni e la ripetitività del lavoro”, dice Francesca, 30 anni, dipendente a tempo indeterminato del centro Amazon di passo Corese ascoltata da Repubblica. Lavora cinque giorni su sette, 40 ore settimanali su turni notturni e diurni, per uno stipendio di 1.300 euro al mese. “Quando sei addetto al piccaggio (termine riadattato dal verbo inglese pick, raccogliere) – dice – devi fare lo stesso movimento per otto ore, dentro una specie di gabbia. Non ci sono alternative. Nel giro di qualche giorno arrivano dolori alle braccia, alla schiena, alle ginocchia. Ogni tanto qualcuno sviene, l’infermeria è molto frequentata”.

Una cosa positiva però ci tiene a sottolinearla: “Nessuno ti frusta se non stai al top”, e dall’alto della sua esperienza prova a lanciare un consiglio: “Il segreto per durare qua dentro è capire i propri limiti e agire in base a quelli”.

A Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, anche Giampaolo sta per entrare al lavoro. Lavora in Amazon dal 2012. Contratto a tempo indeterminato dal 2014 e stipendio di 1.600 euro lordi al mese. Per lui “la prima cosa da cambiare è la ripetitività delle mansioni”. “Non è possibile tenere una persona 2 anni nello stesso posto, si danneggiano spina dorsale e articolazioni”.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.