Più di mezzo milione di persone in cinquanta piazze in tutta Italia per prendere parte allo sciopero generale CGIL e UIL contro la manovra economica del governo Meloni. Nel venerdì nero il tasso di adesione dei lavoratori e delle lavoratrice si attesta al 70%: un segnale netto e inequivocabile mandato all’esecutivo. A Napoli, tra trentamila persone, il corteo prende il via alle 9,30, presente il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri: “I sindacati, quelli seri, rivendicano aumenti salariali e sicurezza sul lavoro. Non stanno nei salotti. Siamo in piazza per gli stipendi, la questione economica, le persone normali che vivono di busta paga, che vivono con le pensioni, arrivano con difficoltà alla fine del mese. Questo deve essere un problema centrale nel confronto con il governo”. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini è a Bologna: “Vogliamo rivoltare il paese come un guanto. Possiamo dire, dopo la giornata di oggi, che questo governo non rappresenta la maggioranza di questo Paese. E lo vogliamo dire all’esecutivo e alle imprese. Stanno facendo una manovra che ancora una volta colpisce il mondo del lavoro e in particolari dipendenti e pensionati, giovani e donne che sono più punite dalla precarietà. Il governo ha tagliato 4 miliardi e 600 milioni che dovevano essere destinati al rilancio e agli investimenti del settore automotive, per esempio, sta tagliando miliardi sul Mezzogiorno”.

Gli scontri di Torino, il fantoccio di Meloni in fiamme e i numeri di adesione elevatissimi

Torino è tra le città più calde. In piazza sono in 15mila, così come a Milano). Cortei studenteschi, centri sociali e attivisti ProPal in strada. I manifestanti bruciano sagome di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ma anche del ministro della Difesa Guido Crosetto e dell’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani invocando le dimissioni generali, mentre vanno in scena scontri tra protestanti e forze dell’ordine. Scanditi dai manifestanti slogan contro Salvini e la Tav Torino-Lione, mentre a Porta Nuova, in via Sacchi, nel centro della città, dove i manifestanti hanno cercato di entrare sfondando il cordone della Polizia e bloccato i binari della stazione di Porta Susa.

Adesione anche al 100% nelle aziende

Altissima l’adesione nelle principali aziende: secondo i primi dati diffusi da Cgil e Uil, si registrano punte di adesione del 100% tra la Heineken di Taranto, la Sammontana di Firenze, la Citterio di Parma, la Lagostina di Novara e la Dana di Reggio Emilia completamente ferme. Alla Beko di Varese, tutti i lavoratori somministrati hanno partecipato allo sciopero. La mobilitazione è stata particolarmente significativa in tutti i settori produttivi e su scala nazionale: 85% di adesione alla Ferrarelle in Valle Camonica, alla Lavazza di Vercelli, alle Acciaierie Beltrame di Vicenza, nei supermercati Coop e IperCoop della Liguria e alla Carrefour di Carugate (Milano). Percentuali elevate si registrano anche alla Siemens di Trento e alla Leonardo di Pomigliano d’Arco (80%), alla Lamborghini di Bologna tra i lavoratori somministrati (98%), all’Ikea di Genova, alla Pirelli di Settimo Torinese e alla Fincantieri di Castellammare di Stabia (90%). Importante partecipazione alla Poltrona Frau di Macerata, alla Italcementi di Brescia e alla Fincantieri di Palermo (75%), così come alla Isab di Siracusa (95%). Anche il settore della conoscenza ha visto un’adesione rilevante, con numerose scuole chiuse nelle principali città del Paese.

Tutti contro Salvini. Il Ministro diventa “Precetto-La-Qualunque”

Nelle strade il volto del ministro dei trasporti, Matteo Salvini, a Palermo, diventa un fotomontaggio con Antonio Albanese: Precetto-La-Qualunque. Il vicepremier, vittorioso al primo round al Tar sulla riduzione dello sciopero dei mezzi (che esclude i treni) a quattro ore  è il primo bersaglio dei manifestanti. Il suo volto diventa una caricatura, una maschera da orco con un bastone in mano: “Decido io come e quando scioperare”. Chi prende i mezzi pubblici oggi, sa che i disagi si protrarranno ben oltre il lasso di tempo annunciato. “La sensazione è che ci sia un attacco politico sul diritto allo sciopero perché le progettazioni arrivano soltanto quando c’è lo sciopero di Uil e di Cgil. Salvini si è sprecato in insulti – ricorda Bombardieri -, ci ha detto che siamo degli estremisti, ci ha detto che siamo ridicoli. Ecco, quelli gli insulti sono forse rivolti a queste persone che riempiono 40 piazze, che chiedono soltanto di essere ascoltati, di modificare le scelte che sono state fatte finora”. Il segretario della Cgil lo accusa invece di fare la precettazione per poter dire di esistere: “Non aveva detto che se andavano al governo loro la legge Fornero la cancellavano?”, mentre Salvini prende tempo, condanna la violenza di Torino e a SkyTG24 promette: “Stiamo lavorando a una legge di bilancio che non piace a Landini ma piacerà ad almeno 15 milioni di lavoratrici e lavoratori che dal 1° gennaio avranno una busta paga più alta”.

Redazione

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