La madre: "Sono convinta che sia viva"
Scomparsa Kata, genitori contro la Procura di Firenze: “Dopo tre mesi non trovano niente e indagano la nostra famiglia”

Il giorno dopo la presunta svolta nelle indagini sulla piccola Kata, la bimba di 5 anni sparita da oltre tre mesi (10 giugno) dall’ex hotel Astor di Firenze, i genitori in una conferenza stampa attaccano la procura e difendono gli zii della piccola, che rientrano nei cinque indagati nel fascicolo aperto per sequestro di persona a scopo di estorsione. Durissime le parole di Miguel Angel Romero Chicclo, padre di Mia Kataleya Chicclo Alvarez. “In Procura non mi dicono niente, noi siamo i genitori, vogliamo sapere almeno qualcosa. Siamo con l’angoscia di non sapere nulla, quindi fare questa cosa di indagare mio fratello e mio cognato mi fa pensare tante cose, che non trovano niente e vogliono mettere nei guai noi, la mia famiglia, e questo non va bene. Conosco bene mio fratello e il fratello di mia moglie e sono sicuro che con la scomparsa di Kata non c’entrano e che hanno detto sempre la verità. Abbiamo raccontato sempre tutto agli inquirenti e mi offende che incolpino la mia famiglia”.
Tra i cinque indagati ci sono due zii della bambina: uno paterno, il 19enne Marlon Edgar Chicclo, e uno materno, Abel Alvarez Vasquez, attualmente è in carcere nell’ambito dell’inchiesta su un presunto racket degli alloggi nell’ex hotel Astor. “Io so solo che hanno rapito Kata – ha detto il genitore – Siamo disperati, siamo con l’angoscia. Voglio sapere il motivo per cui l’hanno rapita. Penso tante cose, ci sono tante indagini, ci sono tante ipotesi. voglio sapere la verità”. Il papà di Kata ha poi bocciato l’ipotesi che la figlia sia stata portata in Perù. Anche la madre, Khatrine Alvarez si scaglia contro i pm fiorentini: “Sono tre mesi che non sappiamo niente. Non hanno una pista, non hanno una traccia. Io voglio sapere la verità”. La madre di Kata ha ha detto che è stata aperta una raccolta di fondi “necessari – ha detto – per trovare Kata e per compensare le persone che dicono la verità”, aggiungendo di essere sicura che i due zii non c’entrano nulla. Infine l’appello rivolto agli ex occupanti dell’Astor: “Mi rivolgo a Lidia, che era l’amministratrice dell’ex hotel”, occupato abusivamente, “e agli altri, chi sa qualcosa lo dica.”
La donna dice di essere convinta che “Kata sia viva. Qui o all’estero non lo so, io mi auguro che da questa indagine tirino fuori la verità. Voglio saperla e sapere il motivo per cui l’hanno presa, sono stanca dopo tre mesi senza sapere nulla”.
Sulle cinque persone indagate la procura di Firenze ha disposto nei loro confronti, accertamenti tecnici irripetibili, volti ad accertare la presenza di materiale biologico o genetico e all’estrapolazione di eventuali profili del Dna (da borsoni, trolley e da rubinetti di stanze dell’hotel Astor) e alla loro successiva comparazione con quello della piccola vittima sparita nel nulla. I cinque indagati sono ex occupanti abusivi della struttura alberghiera in disuso da anni. Tre di loro sono stati ripresi dalle telecamere proprio lo scorso 10 giugno mentre lasciavano la struttura con un borsone e con due trolley, che – sottolinea la Procura – per dimensioni avrebbero potuto occultare la bambina. Valigie e borse che gli stessi avrebbero poi utilizzato anche il 17 giugno in occasione dello sgombero dello stabile. Gli altri due indagati sono occupanti di tre distinte stanze nei cui rubinetti dei bagni sono state individuate tracce di presunta sostanza ematica l’11 giugno in occasione della perquisizione effettuata il giorno seguente il sequestro della piccola Kata. Nei prossimi giorni i carabinieri eseguiranno anche degli scavi più approfonditi nell’ex albergo alla ricerca di possibili tracce della bimba.
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