Un via libera unanime, un voto favorevole da tutti i partiti per un passaggio fondamentale per sostenere economicamente i cittadini stremati dal Covid. Nel day after della fiducia thrilling al Senato, il Parlamento ha approvato in modo univoco lo scostamento di bilancio di 32 miliardi richiesto dal governo, necessario per finanziare il dl Ristori quinques. 

Questa volta nessuna sorpresa, i numeri ci sono e anche importanti: al Senato 291 sì e nessun no, alla Camera 523 voti favorevoli e solo 3 contrari. Insomma, Conte può registrare la maggioranza assoluta in entrambe le Camere, anche se il suo esecutivo rimane fragile dopo l’addio di Iv e il voto sullo scostamento non può essere certo etichettato come banco di prova per il ‘nuovo governo’. 

La risoluzione di maggioranza votata da tutti i parlamentari “riflette il confronto e la condivisione di tutti i gruppi rappresentati in quest’Aula”, ha spiegato soddisfatto il viceministro al Mef Antonio Misiani, anche se Matteo Renzi aveva già annunciato il suo ok a questo passaggio e al prossimo Ristori. Anche Lega, Fdi e Forza Italia mostrano segni di compattezza con un voto favorevole alla richiesta dell’esecutivo, seppur con toni molto critici: “Nonostante le forzature del governo e le continue scorrettezze, nonostante una pretesa autosufficienza che non esiste, il centrodestra non intende privare le famiglie e le aziende italiane degli aiuti necessari in un momento così drammatico: per questa ragione, come annunciato, voterà compatto lo scostamento di bilancio”.

Ma a cosa servirà la sesta deviazione in deficit dall’inizio della pandemia? Nuova cassa integrazione, indennizzi per i settori più colpiti e una proroga ‘selettiva’ per il blocco dei licenziamenti. Con il Dl Ristori V “proseguiremo e completeremo gli interventi di sostegno già approvati e riconosciuti finora ai settori più colpiti dalla pandemia, che riteniamo debbano proseguire per tutto il tempo necessario”, ha spiegato in commissione davanti a deputati e senatori Roberto Gualtieri. 

Il governo parla di impostazione “temporanea e mirata”, anche perché la caduta del Pil nel 2020, come previsto nella Nadef, dovrebbe essere di circa il 9%, con un rimbalzo di circa il 6% nel 2021. Per risollevarsi e combattere i contagi gli interventi di ristoro economico “non devono appesantire in modo permanente la finanza pubblica: non sarebbe sostenibile”, ma il titolare dell’Economia rassicura: ci sarà una proroga della Cig Covid e del blocco dei licenziamenti, ma si deve “tornare alla normalità sui settori meno impattati”. 

E ancora: il Mef punta a stanziare 1,5 miliardi per la decontribuzione delle partite Iva con perdite di fatturato, a intervenire sulla Naspi come chiesto dai sindacati e a ristorare il settore sciistico. “Nelle intenzioni del Governo, questo è l’ultimo scostamento di bilancio in contrasto alla pandemia e i suoi effetti”, è l’auspicio finale di Gualtieri. Ma tra dilagare del Covid e turbolenze di governo ogni previsione sembra davvero molto difficile.

Redazione

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