L'esame
Seconda prova Maturità 2025, Cicerone al Liceo Classico: testo e traduzione della versione

La seconda prova della maturità 2025 è iniziata questa mattina alle 8:30. I 524.415 studenti italiani troveranno sui banchi un compito diverso a seconda delle materie di indirizzo: al liceo classico è la volta di latino, proposto un brano di Cicerone, avvocato, oratore, uomo politico di primo piano.
Maturità 2025, Cicerone al classico
Si tratta di un brano tratto da un dialogo di Cicerone, Laelius de amicitia, un trattato morale appassionato, dove si fondono insieme la grande tradizione etico teologica greca e la concezione romana di diritto, composto nel 44 a.C.. Cicerone descrive con accenti accorati l’amicizia tra due esponenti di primo piano della classe politica romana dell’epoca, Gaio Lelio e Scipione Emiliano, da poco scomparso. Oltre alla traduzione, i maturandi sono invitati a riflettere sul vincolo dell’amicizia mostrando comprenderlo e interpretarlo, a rispondere ad una serie di quesiti, a fare una analisi linguistica e stilistica del testo.
In aggiornamento con testo e traduzione
La traccia della versione di Cicerone alla Maturità 2025
Amor enim, ex quo amicitia nominata est, princeps est ad benevolentiam coniungendam. Nam utilitates quidem etiam ab eis percipiuntur saepe, qui simulatione amicitiae coluntur et observantur temporis causa. In amicitia autem nihil fictum est, nihil simulatum et, quidquid est, id est verum et voluntarium.Quapropter a natura mihi videtur potius quam ab indigentia orta amicitia, applicatione magis animi cum quodam sensu amandi, quam cogitatione quantum illa res utilitatis esset habitura. Quod quidem quale sit, etiam in bestiis quibusdam animadverti potest, quae ex se natos ita amant ad quoddam tempus et ab iis ita amantur, ut facile earum sensus appareat. Quod in homine multo est evidentius, primum ex ea caritate, quae est inter natos et parentes, quae dirimi nisi detestabili scelere non potest, deinde, cum similis sensus extitit amoris, si aliquem nacti sumus, cuius cum moribus et natura congruamus, quod in eo quasi lumen aliquod probitatis et virtutis perspicere videamur. Nihil est enim virtute amabilius, nihil quod magis adliciat ad diligendum, quippe cum propter virtutem et probitatem etiam eos, quos numquam vidimus, quodam modo diligamus.
La traduzione della versione di Cicerone alla Maturità 2025
L’amore, infatti, dal quale trae il nome l’amicizia, è la prima spinta a volersi bene. Ché vantaggi se ne traggono sì spesso anche da quelli che per opportunità del momento si coltivano e si corteggiano con una simulazione d’amicizia; ma nell’amicizia nulla v’è di finto, nulla di simulato: tutto quel che vi è, tutto è vero e spontaneo. Perciò l’amicizia mi sembra piuttosto sorta dalla natura che dalla indigenza, più per inclinazione dell’anima con un certo suo senso d’amore, che per riflessione sulla utilità che essa avrebbe poi avuto. E di che natura sia tale istinto, si può in realtà vedere anche in certe bestie, le quali così amano fino a un certo momento i loro nati, e sono da essi amate, che facilmente si scorge il loro sentimento. E questo è molto più evidente nell’uomo, in primo luogo per quell’affetto che c’è tra i figli e i genitori, il quale non può essere distrutto se non da una detestabile scelleratezza; in secondo luogo, allorché sorge un simile sentimento d’amore se c’ imbattiamo in qualcuno con i cui costumi e con la cui indole concordiamo, poiché ci par di scorgere in lui quasi una luce di bontà e di virtù. Nulla v’è infatti più amabile della virtù, nulla, che più alletti ad amare, poiché per la virtù e la rettitudine in certo modo amiamo anche quelli che non abbiamo mai visti.
Traduzione di C. Saggio tratta da “L’Amicizia” – Cicerone
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