Berlusconi vive, sorride e ci fa l’occhiolino dalle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Anche se nel pieno del lutto c’è chi si accanisce, chi rimastica i luoghi comuni su di lui: quelli che il Cavaliere, con una delle sue fulminanti battute, avrebbe definito luogocomunismo. Negli Stati Uniti l’eco della sua scomparsa conquista l’attenzione del New York Times, solitamente non tenero. «In definitiva, Berlusconi è stato molto di più della sua permanenza in carica, delle politiche che ha introdotto o degli alleati che ha sostenuto. Il suo approccio alla vita pubblica, spesso oltraggioso, che ha stravolto le norme e che è diventato noto come berlusconismo, lo ha reso il politico italiano più influente dopo Mussolini. Trasformò il Paese e offrì un modello diverso di leader, che avrebbe avuto eco in Donald J. Trump e non solo». Poi la manganellata del quotidiano liberal newyorkese: «Berlusconi ha usato il suo impero mediatico per manipolare — e per più di 20 anni dominare — la politica italiana, che per lungo tempo era stata ideologica. A tratti clownesco e subdolo, ottimista e cinico, populista con i piedi per terra ed elitario stratosferico, è stato la linea di faglia lungo la quale l’Italia si è spezzata».

Il portale news americano Politico prova a bilanciare lodi e frecciate. «Berlusconi era molte cose. Un immobiliarista il cui braccio destro è stato condannato a sette anni di carcere per i suoi legami con la mafia. Un rivoluzionario dei media che ha introdotto la televisione commerciale in Italia, stabilendo una morsa sull’ecosistema informativo del Paese. Il raggiante proprietario della squadra di calcio del Milan. Il primo ministro più longevo dell’Italia del dopoguerra. Un magnate degli affari condannato per frode fiscale. Un politico caduto in disgrazia a causa di notizie su orge “bunga bunga” e sesso con una prostituta minorenne». Le sue vicende giudiziarie sono al centro dell’analisi degli israeliani di Haaretz. «Nessun politico al mondo, nemmeno Netanyahu, ha affrontato nel corso della sua carriera un numero e una gamma di accuse penali paragonabili a quelle di Berlusconi».

Per gli inglesi del Financial Times «Berlusconi ha ricoperto la carica di premier per un totale di nove anni, diventando così il primo ministro più longevo dell’Italia del dopoguerra. Per questo motivo ha una responsabilità ineludibile, anche se non esclusiva, per il declino economico nazionale e per gli standard talvolta deplorevoli della vita pubblica che hanno coinciso con i suoi due decenni ai vertici della politica». Il Financial Times si avventura in una analisi di prospettiva e arriva a prefigurare una possibile crisi in vista per la maggioranza di centrodestra. Il giudizio è severo: «Sebbene Berlusconi si sia presentato in campagna elettorale come riformatore e abbia ricoperto per tre volte la carica di primo ministro, non ha lasciato un’eredità di leggi efficaci, né una maggioranza stabile. La sua traiettoria attraverso la storia italiana moderna è stata veloce, misteriosa e mai noiosa; ma se ha cambiato l’Italia più di quanto i suoi avversari volessero, sono senza dubbio sollevati dal fatto che l’abbia cambiata meno di quanto lui stesso avrebbe voluto».

Il belga Le Soir, che segue da vicino le campagne giustizialiste dell’impietoso giudice Claise, fredda tutti: “Alla fine Berlusconi non era immortale”. Anche i quotidiani tedeschi hanno dedicato molto spazio. In particolare, l’autorevole Frankfurter Allgemeine (Faz) ha dedicato uno spazio importante in ‘prima’ con una foto che ritrae Berlusconi sorridente in parlamento e il titolo “Compagni di strada e avversari rendono merito a Berlusconi”. Sulla Faz anche diversi approfondimenti in cui l’ex premier viene descritto come “il seduttore” che ha “plasmato l’Italia”. Su Die Welt, Berlusconi viene ricordato in prima con una grande foto a colori e descritto come il “primo populista d’Europa”. Il Cavaliere è stato “Il primo del suo genere” per la Seuddeutsche Zeitung (Sz). Berlusconi “ha sempre sedotto gli italiani, che lo hanno quasi sempre perdonato. È stato un precorusore per i populisti di tutto il mondo”, scrive ancora Sz, che negli articoli interni definisce l’ex presidente del Consiglio come un “massaggiatore delle masse” che ha “deluso come capo di governo” e ha “plasmato la televisione, non solo in Italia”.

Nei giornali francesi troviamo articoli più neutri. Le Monde e Le Figaro sono rispettosi. “Finzione e imbonimento”, titola canzonatorio Libèration. Sulla stampa spagnola si segnala El Mundo, che definisce Berlusconi come il leader di un “movimento conservatore rivoluzionario che Ha cambiato per sempre le regole della politica italiana”. El Mundo in un articolo che si intitola “Ascesa e declino di una leggenda”, ripercorre le tappe principali della vita politica e imprenditoriale del leader di Forza Italia. Il quotidiano ha pubblicato anche un ricordo di José Maria Aznar , ex premier spagnolo. “La storia che desidero ricordare nel giorno della sua scomparsa è quella di un amico e alleato della Spagna con cui per alcuni anni ho potuto condividere un’idea di Europa che ancora oggi, ne sono convinto, mantiene intatta la sua proiezione futura. Che riposi in pace”, chiosa l’ex premier spagnolo Aznar. “E’ morto Berlusconi, l’uomo degli eccessi”, titola invece El Paìs che si lancia in una analisi: “Con Berlusconi non finisce un’epoca, lui è stato solo l’iniziatore”. È stato l’iniziatore di molte cose che non finiranno con lui.

Aldo Torchiaro

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