Il dramma
Siria, 5 bambini uccisi a Idlib: oltre 120mila i profughi spinti dalla Turchia e respinti dalla Grecia
Nove civili, tra i quali cinque bambini, sono morti nel capoluogo della regione nord-occidentale siriana al centro del conflitto tra la Turchia e il governo di Damasco, appoggiato dalla Russia. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani nel Paese, secondo cui un missile sparato dall’aviazione siriana ha centrato una strada nella città, aprendo un cratere nell’asfalto e colpendo con schegge e detriti i palazzi sulla via. La Turchia da tempo è scesa in campo in Siria e chiede un sostegno concreto nelle operazioni in un teatro di guerra che vede coinvolte le truppe lealiste del presidente siriano Bashar al-Assad e anche i militanti dello Stato Islamico. Il risultato è: più di 3 milioni di profughi che hanno trovato rifugio in Turchia.
La situazione continua a essere tesa al confine tra Grecia e Turchia. “Sono 120.000 i migranti che fino a stamani si sono diretti dalle zone interne della Turchia verso il confine con la Grecia per cercare di entrare nell’Ue, dopo che Ankara ha annunciato che non intende più fermarli”. Lo scrive su Twitter il ministro dell’Interno turco, Suleyman Soylu.
Dalle immagini che arrivano dal confine turco nella zona di Evros si vede un ampio uso dei lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine greche. I lacrimogeni colpiscono senza pietà anche i bambini che rischiano il soffocamento. Una fuga spinta dalle bombe che continuano a cadere su Idlib, violenze che continuano ai confini tra Turchia e Grecia. Ankara non ferma la fuga verso Atene che invece li respinge e minaccia di arrestare chi supera il confine. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, rivendica la sua strategia e invita l’Europa a “farsi carico della propria parte del fardello”. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, definisce “totalmente inaccettabile che questo avvenga alle spalle dei profughi”. Sono almeno due i cadaveri restituiti dal mare, tra cui quello di un bambino, sulle coste greche.
E intanto il mare vicino Lesbo ha già restituito due cadaveri tra cui uno è quello di un bambino. Le violenze e le ostilità continuano anche sulle isole dove la popolazione respinge con forza i migranti. La Guardia Costiera greca è stata immortalata mentre bastovava i migranti su un gommone e li respingeva con colpi di pistola in aria.
Matteo Salvini invoca l’intervento dell’esercito: “Stop definitivo alla Turchia in Europa, azzeramento dei miliardi garantiti da Bruxelles ad Ankara e cancellazione dell’accordo doganale del 1995. L’atteggiamento di Erdogan è inaccettabile e merita misure drastiche: gli stati membri mandino immediatamente soldati e mezzi militari per proteggere il confine greco-turco e quello bulgaro-turco. Da anni la Lega solleva il pericolo turco: l’Europa apra gli occhi prima che sia troppo tardi”
© Riproduzione riservata