In mattinata il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è giunto a Sochi per incontrare il leader del Cremlino Vladimir Putin. Nel vertice concluso nel primo pomeriggio, il principale punto all’ordine del giorno ha riguardato il futuro dell’accordo sul grano nel Mar Nero.

L’obiettivo era quello di rinnovare la precedente intesa – mediata dalle Nazioni Unite e dalla Turchia nel luglio 2022 – che aveva consentito a circa 33 milioni di tonnellate di grano e altri prodotti di lasciare tre porti ucraini in sicurezza dai pericoli della guerra tra Russia ed Ucraina, ma al termine del summit nessuna firma.

“La Russia è aperta ai negoziati su un accordo sul grano – aveva affermato Putin poco prima del via – so che volete mettere sul tavolo la question su questo punto siamo aperti ad un negoziato. Siamo pronti”, poi, nel primo pomeriggio, il cambio di rotta: “Rientreremo nell’accordo soltanto quando i Paesi occidentali rispetteranno gli impegni presi”.

Putin chiede garanzie sulle esportazioni, ma anche il collegamento della banca agricola russa allo Swift, la fornitura di pezzi di ricambio per le macchine agricole, lo sblocco della logistica dei trasporti e delle assicurazioni, la riattivazione dell’oleodotto dell’ammoniaca Togliatti-Odessa e lo scongelamento dei beni di alcune società russe. “Il corridoio umanitario – ha aggiunto Putin – è stato utilizzato anche per attacchi terroristici, se siamo usciti dall’accordo è anche per colpa dell’Occidente. Vogliamo certezza”. La mediazione di Erdogan continuerà fronte Nato: “La Turchia è pronta a fare la sua parte affinché Russia ed Ucraina abbiano negoziati diretti. Le alternative proposte all’accordo sul grano non sono percorribili”.

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Redazione

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