Lo sport a Roma sta morendo. Ennesimo grido d’allarme per la prossima Giunta in campo sportivo e non solo. Stavolta arriva dalla FederVolley del territorio a cui forse qualche benevola romanella in alcune palestre scolastiche non è potuta evidentemente bastare. L’allarme arriva dalla Fipav di Roma: “La Roma Volley Club, neopromossa in A1 femminile, è ancora alla ricerca di una soluzione del problema. Mentre la Roma Volley Club maschile che milita in Serie A3 ha già dovuto alzare bandiera bianca e ritirarsi dal campionato. Ci auguriamo che tutti gli enti preposti possano sposare quella che ad oggi pare essere la soluzione più percorribile  e cioè un riadattamento a uso sportivo di un padiglione della nuova Fiera di Roma. L’invito è comunque a fare presto, poiché le società hanno bisogno di risposte concrete”. Con il Basket di vertice quasi sparito del tutto e il calcio che sogna il rilancio targato Mourinho (sponda Roma) e Sarri (forse sponda Lazio) resta il nodo di molti impianti pubblici fatiscenti nei 15 municipi, decine di concessioni scadute e zero assistenza per rimediare alla pandemia che li ha visti chiusi per molto tempo fino a pochi giorni fa. Roma non può ospitare al momento neanche una Lega Pro (serie C) di calcio.

Alessandro Cochi (responsabile sport FDI)

ROMA PEGGIO DI SALERNO
“A Salerno il Comune sta mettendo mano allo stadio Arechi – tuona Alessandro Cochi, dirigente romano di Fratelli d’Italia per lo Sport – il Franchi di Firenze realizzato come il nostro povero Flaminio dall’ingegner Nervi sarà riqualificato grazie al “recovery plan” mentre Roma con oltre 4 milioni di abitanti e Capitale nel suo 150° compleanno si è fatta definanziare perfino il PalaCorviale. Per risolvere almeno qualcosa di importante, devi fare un lavoro strutturale per cinque anni. Senza stop e tra difficoltà che abbiamo sempre saputo e conosciuto. Invece…ci vedremo in TV solo alcune partite degli Europei di calcio all’Olimpico aperto per pochi intimi. E perché la competenza diretta non è di Roma Capitale ma di UEFA, SporteSalute, Coni, Figc e LegaCalcio altrimenti…quelli del no di Roma 2024 chissà dove li avrebbero fatti giocare”.

Franco Pasqualetti

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