Giustizia
Sovraffollamento delle carceri, l’Italia è maglia nera in Europa
Lo dice un report realizzato dallo European Prison Observatory coordinato dall’organizzazione Antigone

L’Italia è maglia nera in Europa per quanto riguarda il sovraffollamento delle carceri. Lo dice il report Le carceri in Europa stilato dallo European Prison Observatory (EPO), un progetto coordinato dall’associazione non governativa italiana Antigone, dal 1991 impegnata nella tutela dei diritti e delle garanzie del sistema penale. Il documento è stato pubblicato nell’ottobre 2019 e stilato da Alessandro Maculan, Daniela Ronco e Francesca Vianello, grazie all’appoggio del Programma di Giustizia dell’Unione Europea, il quale analizza le condizioni di vita negli istituti penitenziali confrontando dati e tutele dei diritti. Lo studio è stato formulato a partire dai dati dei Paesi in cui l’Osservatorio è attivo, e quindi Regno Unito, Grecia, Germania, Polonia, Portogallo, Austria, Lettonia, Francia, Spagna e Italia. Dati che non riguardano soltanto la popolazione carceraria dei suddetti Paesi ma quella di tutti i 28 dell’Unione Europea. La raccolta degli stessi è stata coordinata dall’Università di Padova e il riferimento principale della stesura è stata la Raccomandazione Rec (2006) 3 del Consiglio d’Europa, adottata l’11 gennaio 2006.
Secondo lo studio, al primo gennaio 2018, erano recluse nell’Unione Europea 584mila e 485 persone. Il Paese nel quale sono detenute più persone in termini assoluti è il Regno Unito, con oltre 93mila detenuti, seguito dalla Polonia, 73mila. La Polonia è seconda anche per quanto riguarda il tasso di carcerazione ogni 100mila abitanti, preceduta dalla Lettonia, entrambi Paesi dell’Est Europa. Fatto che può essere spiegato, secondo il presidente di Antigone Patrizio Gonnella, “dalla loro storia recente, in particolare la loro appartenenza al blocco sovietico“. La situazione della Polonia è, sempre per Gonnella, preoccupante perché “presenta sia un alto tasso di detenzione rispetto alla popolazione, sia un numero assoluto di detenuti molto alto“. La Polonia è anche il Paese che registra il più alto numero di detenuti minorenni, 1421 casi, su un totale europeo di 4873.
Nei Paesi dell’Est Europa non si registra tuttavia la criticità del sovraffollamento carcerario in quanto il numero delle strutture penitenziarie è particolarmente elevato, anche se, come chiarisce il rapporto, “è però importante sottolineare che le capacità dei sistemi penitenziari non sono calcolate tenendo conto degli stessi parametri, e in alcuni Paesi i metri quadrati considerati sono di più che in altri. Pertanto una perfetta comparazione non è possibile“.
La media dell’Unione Europea di detenuti per ogni 100mila abitanti si assesta comunque su un tasso di 118,5 persone e l’Italia registra una media inferiore, di 96,0. Ciò che risulta emergenziale è la questione del sovraffollamento, calcolata in una percentuale del 120.6%. Al 30 settembre 2019 risultano detenuti nelle carceri italiane oltre 60mila persone su un totale di posti letto che Antigone calcola in circa 47mila, contando i 50mila ufficialmente disponibili e i circa tremila al momento in manutenzione.
Il report calcola anche che sono circa 30mila le donne carcerate in Europa, circa il 5% del totale. In Italia la media della popolazione femminile è del 4,3%. Per quanto riguarda le custodie cautelari, la media europea dei non definitivi è del 23% del totale, ma c’è molta differenza tra i dati dei vari Paesi. Circa il 50% dei detenuti ha una pena inferiore a tre anni e, in questo caso, le pene alternative rappresentazione la soluzione principale per alleggerire il peso sui sistemi penitenziari. Al momento in UE circa 800mila persone usufruiscono delle misure alternative. Emergenza assoluta è il caso dei suicidi: 1380 casi nel 2017. Il tasso dei suicidi ogni 10mila persone è di 6,32, nei casi di detenzione, e di 1,41, per quelli in libertà. Cambia molto da Paese a Paese anche la spesa per ogni detenuto: quelli dell’Est spendono in media 50 euro al giorno, quelli dell’Europa centrale circa 100 euro, nei Paesi del Nord Europa fino a 180 o 380 euro per detenuto.
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