Quest’anno cade il novantesimo anniversario della scomparsa di Bonaldo Stringher, primo direttore generale e primo Governatore della Banca d’Italia e, negli anni precedenti, anche studioso della cooperazione e cooperatore attivo, nonché promotore e presidente di numerosi comitati che portarono alla fondazione di numerose banche popolari in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto. Un’occasione significativa per ripercorrere, attraverso le vicende professionali e umane di una figura complessa come quella di Stringher, la storia del nostro Paese, in un arco temporale che abbraccia oltre 46 anni a cavallo tra ottocento e novecento, al centro dei quali si collocano una guerra mondiale e una serie di rilevanti accadimenti politici, economici e finanziari.

Numerosi e prestigiosi gli incarichi ricoperti a partire dal 1884: capo dell’ufficio per la legislazione doganale; direttore generale delle gabelle (1891); ispettore generale del Tesoro, fra i maggiori estensori della legge bancaria del 1893; consigliere di stato (1898); deputato (1900); direttore nel 1900 della Banca d’Italia e successivamente Governatore della stessa; socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei (1901) per trent’anni, svolgendo un ruolo fondamentale nella vita economico-finanziaria italiana, durante la fase di avvio del suo sviluppo. Questi pochi cenni sui maggiori incarichi istituzionali ricoperti fino alla sua morte, avvenuta il 24 dicembre del 1930, non danno il giusto risalto agli anni in cui, fra Udine, Venezia e Roma, fu studioso attento della cooperazione e della legislazione sociale e lavorativa, oltre a svolgere un ruolo attivo nella costituzione di numerose banche popolari.

La maggiore di queste fu la Banca popolare udinese, costituita il 6 gennaio 1885 nell’adunanza da lui presieduta con il seguente ordine del giorno: 1. Discorso del cav. Bonaldo Stringher; 2. Atto costitutivo e legale della Banca cooperativa, sottoscrizione delle azioni e versamento di un decimo; 3. Nomina delle cariche sociali previste dallo Statuto. Il giornale locale La Patria del Friuli del 7 gennaio 1885 diede ampio spazio all’evento. Recitava l’articolo: «Al centro del banco della Presidenza il cav. Bonaldo Stringher, presidente del Comitato promotore, che inaugurava un’istituzione da lui caldeggiata con i consigli e con dotti scritti. L’egregio Stringher prese la parola esponendo il concetto scientifico e la pratica dell’istituzione, riassumendo la storia del movimento cooperativo di credito in Italia, dovuto all’iniziativa di Luigi Luzzatti, il quale abbandonò come superflua e pericolosa la norma della responsabilità illimitata dei soci, norma cui si informavano ancora i Kreditvereine tedeschi».

L’articolista sottolineava, in particolare, il passaggio di Stringher «a favore della proliferazione degli istituti di credito popolare e specialmente del loro sviluppo nel Mezzogiorno» e «le vibrate argomentazioni a dimostrare delle obiezioni avanzate contro le banche cooperative e a respingerle». Fin qui una cronaca rara e ormai dimenticata di un uomo dal carattere poliedrico accompagnato da una molteplicità di interessi e attività che videro applicate la sua passione e la sua capacità di analisi e di ricerca alle politiche più efficaci per il bene del Paese. A Roma, nella prima sede dell’Associazione fra le Banche Popolari, in via della Mercede 37, poco distante da palazzo Kock, Stringher fu anche uno degli artefici della rivista Credito e Cooperazione e della sua prospettiva programmatica di cooperazione a trecentosessanta gradi, non limitata al credito e saldamente imperniata sull’ausilio della statistica e sul costante confronto delle esperienze internazionali.

Così era annunciato nel programma della nuova rivista che vide il primo numero pubblicato il 1° maggio 1889. Il suo nome appare insieme ad altre figure illustri come Luzzatti, Maggiorino Ferraris ed Enea Cavalieri, che nel biennio 1889-1890 formarono una sorta di direzione collegiale della rivista. Del movimento del credito popolare Stringher fu non soltanto un teorico e un tecnico, ma anche un protagonista discreto e autorevole, dietro le quinte, dei sette storici congressi fondativi del credito popolare. La ricorrenza rappresenterà un’occasione preziosa che l’Associazione fra le Banche Popolari ha deciso di cogliere, ricordando una figura spesso dimenticata attraverso una serie di iniziative editoriali e convegnistiche. Un doveroso tributo alla memoria di un uomo che ha speso la sua vita al servizio del Paese.