Nella tragica esplosione della centrale idroelettrica di Suviana, l’unica tragedia evitata è stata quella che ha riguardato tre classi della scuola Muratori di Vignola nel modenese, che lo scorso lunedì, si trovava in gita scolastica insieme a sei professori proprio sul luogo, e che pochi minuti prima dell’esplosione avrebbe dovuto visitare l’impianto.

Il racconto degli insegnanti

È l’insegnante di educazione fisica Marco Guidotto a raccontare al Corriere della Sera come e perché i docenti hanno scelto di non entrare nella centrale: “Poche ore prima avevamo visitato il Laboratorio delle Acqua a Suviana, nei pressi della diga. Poi ci siamo spostati al parco avvenuto a Saltapicchio, all’interno del Parco Regionale, per poi dirigerci a piedi verso l’impianto. Ci siamo fermati a fare merende vicino ad un’area ristoro”.

Poi un forte odore di fumo li ha spinti ad allontanarsi, a rientrare verso il pullman. I docenti hanno deciso di far spostare tutti gli studenti, anticipando la seconda tappa, che prevedeva la visita a Rocchetta Mattei, per poi vedere in diretta l’esplosione: “Eravamo tutti increduli e ovviamente non abbiamo colto sul momento che quella che si consumava davanti ai nostri occhi era una tragedia enorme”.

Il “forte spostamento d’aria”

Andrea Bonvicini, docente di sostegno delle scuole medie Muratori racconta al Resto del Carlino: “È stato impressionante perché, nonostante l’esplosione sia avvenuta sotto la superficie dell’acqua, abbiamo sentito distintamente anche un forte spostamento d’aria”.

La percezione dell’accaduto non è stata immediata, “ma lungo la strada – continua Guidotto – percorsa in pullman, abbiamo visto decine di mezzi dei vigili del fuoco e di ambulanze. Poco dopo abbiamo capito la gravità dell’accaduto dai cellulari: squillavano in continuazione, tutti volevano accertarsi che stessimo bene. Siamo riusciti a mantenere la calma, nessuno di noi avrebbe mai pensato che durante la gita avremmo potuto assistere ad un episodio così drammatico”.

Paura anche per la Preside dell’istituto, che racconta di aver appreso notizia alle 16:30, su segnalazione di una professoressa: “Avevo il cuore in gola, ho temuto il peggio”. La scuola, che il giorno successivo aveva in programma altri viaggi d’istruzione ha scelto di rimandarli. E ancora nei prossimi giorni i docenti saranno chiamati a parlare alle classi per superare il trauma dell’evento.

Redazione

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