Il quarto giorno di ricerca dei dispersi della tragedia di  martedì scorso alla centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana, è già terminato con il recupero dell’ultimo corpo. Si tratta del 68enne Vincenzo Garzillo, che si aggiunge alle sei persone già ritrovate senza vita. Più di 200 uomini tra cui 100 vigili del fuoco, sono stati impegnati per ricercare in queste ore i corpi delle vittime tra i livelli -8, -9 e -10. Lo scenario, descritto in queste ore dai soccorritori, restava di estrema difficoltà: un ambiente difficile con visibilità ridotta e acqua inquinata. Alle ricerche hanno contribuito anche robot filoguidati dalla superficie, come ha spiegato Giuseppe Petrone, responsabile dei sommozzatori dei vigili del fuoco.

L’esperienza da collaudatore

Ex dipendente Enel di 68 anni, Garzillo era in pensione da poco più di un anno (lavorava nella centrale di Suviana come consulente esterno per supervisionare le operazione di riattivazione dei macchinari). Nei giorni scorsi sua moglie Patrizia Buonomo nel corsodi una intervista rilasciata a Il Mattino, aveva assicurato che suo marito, in tanti anni di lavoro con la sua azienda, non aveva mai avuto problematiche o difficoltà sul piano della sicurezza”, ma che al contrario “ha sempre detto che le strutture e le condizioni di lavoro garantivano tutela per i lavoratori”. “Mi ha sempre parlato di un’azienda seria  – ha precisato la donna – e di fatti, non è mai successo nulla che possa aver procurato un infortunio o un disagio a mio marito nei tanti impianti idroelettrici dove ha lavorato. La sua passione e la sua grande esperienza di collaudatore, l’hanno portato ad accettare qualche consulenza che l’azienda richiedeva facendo affidamento sulle sue qualità di professionista eccellente” sottolinea.

Fine delle ricerche

A commentare la fine delle ricerche, Giuseppe Petrone, responsabile servizio sommozzatori dei vigili del fuoco durante un punto stampa: “tutti al piano -9, non erano molto distanti. Due di loro probabilmente sono stati proiettati dall’esplosione al piano di sotto, perché lavoravano al piano -8″ mentre gli altri due lavoravano stabilmente al piano -9 e li abbiamo trovati in corrispondenza delle loro postazioni di lavoro”.  Altri sue corpi sono stati trovati in corrispondenza delle vie di fuga “ma non sappiamo se fossero scesi per attività di lavoro o sono stati proiettati al seguito dello scoppio”, ha spiegato Petrone.

Soltanto nella serata di ieri, i sommozzatori avevano recuperato anche il corpo della sesta vittima, Alessandro D’Andrea, 37 anni, dipendente della Voith Hydro, tecnico specializzato originario di Forcoli,  provincia di Pisa, dove risiedeva prima di trasferirsi in Lombardia, insieme alla compagna, anche lei originaria della provincia di Pisa per lavorare per la Voith di Cinisello Balsamo (Milano).

Le altre vittime della strage

Identificati nella giornata di ieri anche Adriano Scandellari, 57 anni, padovano e residente a Ponte San Nicolò (Padova), insignito da poco con la stella al merito per il lavoro dal Presidente della Repubblica, e Paolo Casiraghi, milanese di 59 anni, dipendente della ditta Abb. Tecnico specializzato con tanta e

Le prime tre vittime, identificate il giorno stesso della strage, corrispondono invece ai nomi di Pavel Petronel Tanase, 45 anni, romeno ma residente nel Torinese e padre di due gemelli di 14 anni. Mario Pisani, di Taranto di 64 anni, ex dipendente Enel,  impegnato come consulente e Vincenzo Franchina, messinese 35 enne, sposata da poco più di un anno e papà da soli tre mesi.

Il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, ha parlato ieri dell’inchiesta in corso per disastro colposo e omicidio colposo, spiegando che sono già state ascoltate alcune persone e che saranno effettuati accertamenti su appalti e subappalti. Saranno posti sotto sequestro soltanto  i piani -8 e -9 della centrale, quelli in cui si è verificato l’incidente. Sul corpo delle vittime non saranno eseguite autopsie.

Redazione

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